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Flat Music, musica e arte a misura d’appartamento

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La moda dei secret concert prende piede anche al Sud. Un modo originale di diffondere la cultura in maniera alternativa all’industria, piccola e grande, del divertimento. Parla l’ideatrice del progetto

Flat Music è un format di secret concert portato avanti da Ilaria Di Leva, Marialuigia Calomino, Maria Parisi e Ketty Rotundo.

L’idea di base è semplice e vincente: condividere l’arte in tutte le sue forme, dalla musica al cibo, fino all’arte visiva e alla letteratura, attraverso la tessitura di relazioni umane.

Da sinistra, Ketty Rotundo, Ilaria Di Leva, Marialuigia Calomino, Maria Parisi

Il funzionamento è abbastanza basic: si tratta di veri e propri concerti domestici, organizzati nel salotto delle dalle persone interessate a ospitare performance artistiche. Serate particolari a base di cucina, esposizioni e musica dal vivo.

Gli eventi, che hanno una cadenza mensile, prevedono un contributo simbolico per gli artisti, la cena e il beverage. 

Come nasce l’idea di Fm-Flat Music?

Il format Fm-Flat Music nasce da una scommessa. Dopo aver assistito ad alcune esperienze simili, principalmente a Torino, dove ho vissuto a lungo, sono tornata in Calabria con la voglia di creare un’alternativa all’intrattenimento mainstream. Perciò ho proposto ad alcuni amici la possibilità di poter mettere in piedi un format di secret concert a tema. Siamo partiti il 6 gennaio del 2017 con nessuna certezza e molti dubbi, abbiamo ospitato il primo evento nella casa in cui vivevo con il mio coinquilino Fabrizio. Siamo partiti in cinque, con l’impegno di organizzare almeno una volta al mese una piccola incursione artistica e un aperitivo home made in giro per la Calabria.

Sono due anni e mezzo di Flat Music. Come si è evoluto il vostro concept di evento nell’appartamento?

Il primo febbraio abbiamo spento la nostra terza candelina, organizzando un evento dedicato alla poesia e alla sua importanza nelle nostre vite: dalla musica ai testi, dall’improvvisazione alla performance. Siamo sempre stati legati al concetto della narrazione. Ogni evento per noi è stato ed è una storia da raccontare. Noi dello staff ci prendiamo la responsabilità di essere gli autori, assieme ai musicisti, agli artisti che espongono le loro opere e a chi mette a disposizione la propria casa, aprendosi a un’esperienza nuova. 

Come riuscire a coniugare arte musicale e arte visiva? Esiste un fil rouge tra i diversi artisti scelti?

Come accennavo, partiamo da un tema e lo sviluppiamo in tutte le sue sfaccettature, non solo la musica e l’arte, ma anche i piatti che sforniamo fanno parte di un’impalcatura che progettiamo step by step. Ci ispiriamo alla filosofia degli house concert, in voga da diversi anni soprattutto Oltreoceano. Nel tempo abbiamo acquisito esperienza e anno dopo anno aggiungiamo un nuovo tassello.

Il festeggiamento del terzo compleanno di Fm-Flat Music

Come vi muovete per gli eventi che organizzate? In che ordine si sviluppano i pezzi del puzzle? E qual è il passaggio che richiede più attenzione?

Il passaggio che richiede più attenzione è la scelta della location, che è la parte più complessa di tutta la nostra organizzazione. Non tutti accettano la sfida di ospitare un evento a casa propria, magari con dei perfetti sconosciuti. Siamo nell’era della sharing economy, ma la strada per concretizzare tali pratiche è ancora lunga. Noi nel frattempo non rinunciamo a vivere questa piccola rivoluzione. Ovviamente la preparazione e la cura dei dettagli richiede impegno, ma anche molto senso pratico. Quando la location non è un appartamento, è davvero dura reperire tutto l’occorrente per l’aperitivo, preparato da noi con prodotti del territorio. Bisogna pensare anche alla scenografia, altra chicca a cui affidiamo tutto il nostro estro.

Le location si trovano sempre nell’ambito urbano cosentino e rendese oppure vi muovete anche altrove? In che modo cercate gli appartamenti?

Per la ricerca delle case ci affidiamo in primis ai nostri contatti e a quegli ospiti che, partecipando a uno dei nostri eventi, ci propongono un sopralluogo. I luoghi che contaminiamo non sono solo appartamenti. Le sfide ci piacciono, quindi se un luogo si presta perché no. Come dimenticare il nostro evento nella chiesa senza tetto di Santa Maria della Stella a Castrolibero o, per il nostro secondo bday, in una scuola di musica nella zona industriale di Rende? Per il momento ci siamo mossi solo nella provincia di Cosenza. Ma le prossime tappe potrebbero prendere forma in altre città, per esempio Roma e Torino.

Da parte del pubblico c’è mai stato un suggerimento valido sul vostro progetto?

Dal pubblico abbiamo ricevuto moltissimi apprezzamenti, ma anche stimoli per migliorare. Da ogni evento impariamo qualcosa in più, raccogliamo i suggerimenti e ci mettiamo a lavorare per la tappa successiva. Siamo quattro donne, tutte lavoratrici, e qualcuna di noi non vive neanche più a Cosenza, ma non rinuncia a questo progetto nato dal basso, con grandi potenzialità.

(a cura di Fiorella Tarantino, le foto sono di Sarah Canino)

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