Elettronica e poesia, Nicolò Carnesi in concerto
Il cantautore siciliano, noto anche per la collaborazione con Dario Brunori, presenta in Calabria il suo ultimo album
Nicolò Carnesi è il protagonista della serata dal vivo organizzata da Be Alternative & Keep it Real Movement al Mood di Rende (Cs).
Carnesi si affaccia alla musica con il gruppo Paradisi Artificiali, che cita Baudelaire,e suona in lungo e largo prima nella sua Sicilia e poi anche all’estero.
In seguito tenta la carriera solista. Il singolo d’esordio di questo percorso individuale è Il colpo, che precede l’album Gli eroi non escono il sabato, uscito nel 2012 per Disastro Records-Malintenti Dischi.
Nel disco si nota la collaborazione con Brunori Sas per il brano Mi sono perso a Zanzibar.
Il 2014 è l’anno di Ho una galassia nell’armadio. Segue, due anni dopo, Bellissima noia.
Nel 2017 esce il singolo Motel San Pietro, un intermezzo che porta a un nuovo capitolo della poetica del cantautore siciliano. Lo scorso ottobre esce il quarto album, Ho bisogno di dirti domani, pubblicato da Goodfellas-Porto Records. Lo precedono i singoli Turisti d’appartamento e Borotalco.
Nel live set sono rappresentate tutte le fasi dell’evoluzione artistica di Carnesi. Sei pezzi, infatti, provengono dai primi tre dischi. L’altra metà è dedicata al nuovissimo album
Tra le reminiscenze del passato c’è il brano di apertura Il colpo, in cui emerge il registro ironico della scrittura di Carnesi, che esprime il suo sguardo critico con una scrittura leggera ma mai banale. «E i riassunti della quinta elementare sono più profondi di un programma elettorale. E le scimmie che si allevano in cortile sono più intelligenti delle menti promettenti della società», cantava Niccolò già nel 2011.
Mi sono perso a Zanzibar, il brano famoso per il duetto con Brunori, evoca una concezione della vita come viaggio e ricerca.
L’incomunicabilità è protagonista di Ho una galassia nell’armadio, la title track del suo secondo do Carnesi, in cui il testo significativo si fa largo tra sonorità new wave: «Ma noi restiamo immobili. Complicati come siamo ci disintegriamo. Non socializziamo più. Ho come una galassia nell’armadio. E ci nascondiamo per non comparire più».
Numeri, sempre dallo stesso album, racconta il dualismo tra due visioni della vita: una cupa e razionale e un’altra solare e sognante, una sorta di filosofia yin e yang.
Mettere a nudo la propria essenza e i sentimenti è il proposito di Spogliati, marchiato da un altro duetto con Dario Brunori.
Le distanze, non solo spaziali, sono il tema di Motel San Pietro.
Tra le tracce del nuovo disco spicca sul palco proprio la title track Ho bisogno di dirti domani, un esempio efficace di synth pop interpretato in falsetto
L’apripista Borotalco con i suoi rimpianti e ricordi del passato, mostra la disillusione dei trent’anni con un piacevole contrasto tra la melodia malinconica e il ritmo sostenuto.
Il futuro sembra scritto da un autore di fantascienza degli anni 50-60 che piomba nel nostro presente – che per lui è il futuro tanto vagheggiato – e ne resta deluso.
Amore Capitale racconta un rapporto nella sua fase calante, che soffoca nei soliti cliché.
Carta da parati, quasi il polo opposto della canzone precedente, narra l’inizio di una possibile relazione e della difficoltà di scegliere.
Un’esibizione forte e sognante, quella di Nicolò, in cui i brani diventano altrettanti pianeti da visitare. Un vero e proprio viaggio astrale in cui perdersi, anche solo per un po’. Magari il tempo di una serata live.
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