Kind Heaven, l’ultima (ed ennesima) provocazione di Perry Farrell
L’ex frontman dei Jane’s Addiction e dei Porno For Pyros lancia un album in bilico tra molti generi per finanziare un centro artistico a Las Vegas. Rock, divertimento e dissacrazione in meno di quaranta minuti di musica
Nel rock c’è chi invecchia senza essere mai cresciuto, come il mitico Perry Farrell.
E per fortuna, sennò non potremmo goderci chicche come Kind Heaven, uscito la scorsa estate per la Bmg, il secondo album solista dell’eccentrico e istrionico ex leader dei grandiosi Jane’s Addiction e dei Porno For Pyros.
I megalomani hanno spesso una fortuna pressoché sfacciata, almeno nell’arte. E chissà che a mr Farrell non riesca di finanziare con quest’album il mega centro artistico-multimediale dedicato alla cultura del sudest asiatico da realizzare a Las Vegas. Già: dopo il successone di Lollapalooza tutto può essere possibile per i sognatori come lui. L’importante e sognare in grande.
Certo è che le premesse per strafare come si deve ci sono tutte. A partire dal cast de luxe che accompagna il Nostro in questa sortita, a metà strada tra l’impresa artistica e la spacconata alla Cyrano: parliamo del bassista Chris Chaney, che prima di suonare nell’ultima incarnazione dei Jane’s Addiction ha fatto il turnista per Celine Dion, del cantautore Dhani Harrison, che tra le varie è figlio dell’ex Beatle George, di Elliot Easton, il chitarrista dei The Cars, del batterista Matt Chamberlain, che oltre ad aver prestato le proprie bacchette a mezzo jet set è un fedelissimo di Tori Amos, del pianista Mike Garson, che ha attraversato la galassia rock in più direzioni, da Bowie ai big del nu metal, e di due altri batteristi superstar: Taylor Hawkins dei Foo Fighters e Tommy Lee dei Motley Crue. Più vari componenti dei Soundgarden.
Magari con questo popò di parterre sbagliare non è proprio impossibile, ma il divertimento è assicurato.
E l’ascolto di Kind Heaven conferma in pieno l’aspetto divertente del progetto di Perry.
Lo spasso inizia con la fracassona (Red, White And Blue) Cheerfulness, un mix di surf rock e rock ’n’ roll dalle venature punk.
Non può mancare, va da sé, il richiamo ai fasti dei Jane’s Addiction, che arriva puntuale con le sonorità ruvide e decisamente più rock di Pirate Punk Politician.
I suoni old fashion riprendono nella seguente Snakes Have Many Hips, che sembra sputata fuori da un club notturno di Las Vegas.
L’elettronica anni ’80 fa capolino in Machine Girl, in cui le citazioni new wave si sprecano.
Nella bizzarra One, in cui duetta con la consorte Ettty Lau, le pagine del calendario scorrono indietro di altri dieci anni ancora, tra le citazioni eastcoastiane e le ritmiche latin.
Where Have You Been All My Life è un altro pastiche settantiano, carico di groove e sporco di elettronica.
More Than I Could Bear è una semi ballad rivista e scorretta, in cui le atmosfere acustiche e gli archi si legano a un crescendo latin e a un coro dalle reminiscenze beatlesiane.
Mrs Farrell torna a farsi sentire nel post punk elettronico di Spend The Body, che sfocia in un bel pezzone danzereccio tamarro come si deve (per capirci, tutto tunz tunz).
Chiude la sognante Let’s All Pray For This World, un altro omaggio alla east coast tutto archi, orchestrazione acustica e atmosfere sognanti.
Ce n’è quanto basta per dire che, comunque vada, è già un successo.
Magari Perry Farrell non salverà il mondo a botte di rock, ma in compenso sa come divertisti e far divertire i suoi fan e il popolo del rock. Il che, a sessant’anni suonati di un’esistenza per metà sbandata e per metà di successo, non è davvero poco.
Per saperne di più:
Il sito web ufficiale di Perry Farrel
Da ascoltare (e da vedere):
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