Corlyx, la danza oscura che esorcizza gli incubi
Pop elettronico vintage e atmosfere gotiche in 2F2, il primo album del duo americano di stanza a Berlino
Come band esistono da circa tre anni, ma è come se si conoscessero da sempre. I Corlyx sono un duo americano di origine, perché americani ne sono i fondatori, ma europeo, italiano prima e berlinese ora, di adozione.
Infatti, dopo alcuni anni trascorsi a combattere i propri demoni esistenziali in California, la cantante Caitlin Stokes e il polistrumentista arrangiatore-compositore di ascendenze italoamericane Brandon Ashley, hanno deciso di mollare tutto e cercare nel Vecchio Continente il proprio nuovo mondo. E, a giudicare anche dalle foto pubblicate con generosità, spesso in pose trasgressive da belli & dannati, si sono trovati a proprio agio.
Il frutto maturo del sodalizio dei coniugi Ashley è l’album 2F2, uscito a febbraio per la loro etichetta Corlyx House Records sulla scia del successo di One Of Us, l’ep di esordio.
Undici canzoni piene zeppe di riferimenti variegati (dai Nine Inch Nails ai Ministry, dai Goldfrap ai Daft Punk passando per Bjork) che riconducono tutti a un unico filo conduttore: il pop e il dark degli anni ’80, con qualche spruzzata rock, che fa capolino qui e lì grazie alla maestria con cui mr Ashley inserisce i bicordi distorti della sua Stratocaster sui tappeti ettronici.
L’aspetto pop è tutto della algida ma sensuale signora Ashley, che sfodera timbriche morbide e leggere, un po’ alla Cindy Lauper degli anni d’oro.
Il risultato è una sorta di crossover molto notturna: un synth pop dalle forti venature goth, dove si fanno largo a spallate le pregresse esperienze musicali del consorte, che tra l’altro è membro dei The Dark, assieme ai quali ha condiviso il palco con mostri sacri come Peter Murphy e band come Orgy, Static X, Wednesday 13 e altre. Giusto per ribadire che la luce del sole non gli si addice troppo.
Ed ecco che canzoni come l’opener Tragic Mistakes o l’ombrosa Sensual Violence sembrano risvegliare le atmosfere di un classicone dell’horror sexy vampiresco Miryam si sveglia a mezzanotte. Ed ecco che l’aria fumosa di certi club mitteleuropei emerge dai ritmi spezzati di Listen to My Love. Ed ecco che l’atmosfera nostalgica e straniante di Where Did She Go risulta più inquietante che malinconica, grazie alla sua melodia sognante affogata nell’elettronica.
Echi industrial mescolati alla techno emergono in Toxic Bones, in cui Caitlin fa il verso a Bjork.
Strani ma convincenti, i Corlyx fanno di tutto per attirare l’attenzione. E ci riescono: 2F2 è un album malato e seducente. Persino ballabile e a tratti un po’ ambient. Così versatile che non ci si stupirebbe di ascoltarne qualche traccia in un chill cafè e, contemporaneamente, in qualche rave selvaggio e di dubbia legalità.
Forse l’aria di Berlino non è più quella tragica che ispirò a suo tempo il miglior David Bowie (non a caso idolo di Brandon), ma continua a dare un gran beneficio a chi vuole giocarsi la carta della creatività.
È il caso della famiglia Ashley, che ha azzeccato un buon esordio con una ricetta semplice: tentare cose nuove con suoni conosciuti. Davvero niente male.
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