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Il settimo ritorno bucolico dei Great Lake Swimmers

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I menestrelli canadesi sfornano The Waves, The Wake, il loro ultimo album inciso in una chiesa. Un viaggio incantato tra i laghi e i boschi dell’America del Nord, che strizza l’occhio alla world music

Lo chiamano indie folk o neofolk, forse per ribadire la genuinità del prodotto artistico e la spontaneità dell’ispirazione. Ma potrebbe essere benissimo world music con una spiccata propensione acustica.

La copertina di The Waves, The Wake

The Waves, The Wake, uscito di recente per la Nettwerk, è il piccolo gioiello con cui i canadesi Great Lake Swimmers, guidati come sempre dal cantautore e polistrumentista Tony Dekker, celebrano il quindicesimo anno di attività nel segno delle intuizioni che li contraddistinguono da sempre: sonorità cristalline, atmosfere avvolgenti e melodie delicatissime, stavolta con qualche tocco di chitarra elettrica, ispirato ma mai invasivo, di Kevin Kane, che arricchisce senza strafare l’impostazione acustica del gruppo, composto dal polistrumentista Erik Arnesen, che si alterna alla chitarra, al banjo e all’harmonium, dal batterista Joshua Van Tessel, dal contrabbassista Bret Higgins e dalla violinista Miranda Mudholland.

Non è il caso di parlare di prova della maturità, perché i Great Lake Swimmers l’hanno raggiunta da anni, ma di conferma di una vena artistica ancora ricca, sebbene sette album non siano pochi, e di una voglia di sperimentare che aggiunge quel qualcosa in più alla loro vena bucolica.

A proposito di sperimentazioni e di ricerche, si potrebbe liquidare con una battuta il percorso creativo recente della band: dalla caverna (quella di Tyendinaga, dove sono state incise le parti vocali del precedente A Forest Of Arms) alla chiesa (La Bishop Cronin Memorial Church, dove è stato registrato l’album attuale).

I Great Lake Swimmers

I risultati parlano, anzi suonano da sé.

The Talking Wind apre l’album con una melodia sognante e un po’ malinconica armonizzata dal flauto.

La componente country emerge nella seguente In A Certain Light, una ballad intimista accompagnata da un banjo incisivo.

Alone But Not Alone, il singolo che ha anticipato l’album, lambisce territori più rock, ma senza spezzare l’incanto tenue di The Waves…, perché il riferimento di Dekker e soci sono i Rem.

E comunque è solo un piccolo strappo, perché con Falling Apart i Nostri si rituffano in atmosfere ancora più dilatate e sognanti sottolineati dai ricami dell’arpa di Mary Lattimore.

Altre delicate aperture elettriche contrappuntano l’atmosferica Side Effects, che si sviluppa come una marcetta senza turbare l’afflato melodico di fondo.

Le atmosfere minimali tornano padrone in The Real Work, in cui il violino e il contabbasso, prima pizzicati poi suonati con levità, rafforzano il cantato in maniera assolutamente non invadente.

Root Systems è una passeggiata nella natura accompagnata dai tocchi del banjo e dai ricami delle chitarre e carezzata dal violino. Il tutto su una ritmica percussiva che aggiunge un leggero sapore epico.

Unmaking The Bed è la festa del contrabbasso, che doppia e marca la linea vocale su armonie sospese e rarefatte.

Visions Of A Different World è un brano vocale cantato a cappella, tenue ed emozionante. Forse il momento dell’album in cui i Great Lake Swimmers si avvicinano di più alla new age.

Atmosfere minimali e ancora rarefatte in Holding Nothing Back, in cui il cantato a cappella del brano precedente è accompagnato da una base leggermente percussiva dello xilofono.

Dolcissima, evocativa e struggente, Mouth Of Flames è la canzone più emozionante della raccolta: una ballad in cui la melodia country viene letteralmente assorbita dalle evoluzioni degli archi.

The Open Sea chiude l’album con una narrazione epica su atmosfere finalmente accese e solari.

I Great Lake Swimmers dal vivo

Ottima prova per la band canadese che dà un nuovo e più pregnante significato all’espressione scenario sonoro. I Great Lake Swimmers non si limitano a suonare, ma raccontano e dipingono le immagini della natura, che in Canada sa impressionare ed emozionare. Un viaggio in dodici brani per sentire il Nordamerica in maniera profonda e inedita.

Per saperne di più:

Il sito web ufficiale dei Great Lake Swimmers

Da ascoltare (e da vedere):

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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