Let The Bad Times Roll, il ritorno dei padrini del nuovo punk
Produzione patinatissima, ammiccamenti mainstream e tentazioni hardcore nell’ultimo album degli Offspring
Con Let The Bad Times Roll, gli Offspring tornano dopo un silenzio di nove anni, tanti ne sono passati dal precedente Days Go By.
Un silenzio dovuto a vari fattori, tra cui i consueti problemi di formazione (culminati nella sostituzione dello storico bassista Gregory Greg K. Kriesel con Todd Morse) e il passaggio dalla Sony alla Concord. E c’è da dire che i guai per i padrini del punk californiano non sono finiti, visto che la band ha dovuto licenziare di recente il batterista Pete Parada, per problemi legati alla pandemia (non poteva vaccinarsi a causa di una malattia autoimmune).
Il cambio di label non ha fermato di una virgola la marcia verso il mainstream della band. Che, anzi, è confermata dalla presenza di un produttore superpatinato come Bob Rock, già mago della consolle per superbig come Metallica, Mötley Crüe, Bon Jovi, Cher e The Cult.
Il risultato di questo spiegamento di mezzi è un album dai suoni griffatissimi ma dalla formula incerta, che oscilla tra il punk melodico tiratissimo e il pop punk. Insomma, la consueta doppia faccia a cui la band ha abituato il pubblico da Americana in poi…
L’open track, This Is Not Utopia, contiene una riflessione abrasiva sui media occidentali, che culmina in due interrogativi inquietanti: «So how long must we wait? Until love conquers hate?».
Sempre sullo stesso tiro Let The Bad Times Roll, title track e singolo apripista, che contiene una critica aperta ma tardiva (dati i tempi di pubblicazione) al governo Trump declinata su un arrangiamento pop e ipermelodico.
L’impossibilità di comprendere il dolore altrui (quasi un’insensibilità obbligata) è il tema centrale di Behind Your Walls.
La successiva Arm Of One, invece, sembra contenere la risposta al problema: puoi, e devi, lottare come se fossi un esercito, dicono i californiani, mentre il mondo continua a girare.
Breaking These Bones insiste sul tema del dolore, marcato dalla ripetizione ossessiva del ritornello nella parte finale del pezzo.
Coming For You, uscita ben sei anni fa, si può considerare un singolo anche se in maniera impropria, perché non è legato all’album. D’altro canto, sei anni sono di fatto un’altra era e il brano lo riflette bene, perché i suoi contenuti risultano più propositivi. Peccato solo per i cori, non troppo azzeccati.
We Never Have Sex Anymore è invece un singolo a tutti gli effetti, di fatto il terzo estrapolato dal disco. Piacevole l’inserimento di tromba e pianoforte, che arricchisce una formula che strizza l’occhio al country e al rockabilly. È evidente che gli Offspring in questo caso cercano l’hit radiofonica in maniera sfacciata, ma c’è da dire che lo fanno bene.
Un intermezzo rapido e movimentato, costituito dalla cover di In The Hall Od The Mountain King di Edvard Grieg e si ritorna al punk degli anni ’90 con The Opinion Diares e Hassan Chop, che spostano indietro il calendario ai tempi in cui la band di Garden Grove suonava dura e diretta.
Due proposte particolari in chiusura.
La prima è un altro ritorno al passato: la versione acustica di Gone Away, un brano del 1997 contenuto in Ixnay On The Hombre, riproposta come ballad, con arrangiamenti di archi e piano.
La seconda, Lullaby,riprende il tema della title track ma in una versione rarefatta, in cui forse il ricorso all’autotune risulta eccessivo.
Trentacinque anni di carriera, quasi un decennio di silenzio e problemi vari sono un peso non indifferente per la band, ridotta a un trio in cerca di batterista nel quale sopravvivono il leader Brian Dexter Holland e lo storico chitarrista Kevin Noodles Wassermann. E questi sbalzi si riflettono non poco nell’album, che appare indeciso nella direzione musicale e risulta tenuto assieme dal lavoro notevole di Rock.
Un disco di transizione, senz’altro piacevole e ben fatto, forse pubblicato in attesa che, per parafrasare il titolo, The Bad Times Roll…
Per saperne di più:
Il sito web ufficiale degli Offspring
Da ascoltare (e da vedere):
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