Come la felicità, due chiacchiere con Elisa Sapienza
La giovane artista milanese racconta il suo processo creativo: «Raccolgo pensieri e ne faccio canzoni» e parla del suo nuovo singolo, frutto anche di una collaborazione importante
Giovane, 26 anni appena, e milanese, cioè cittadina del luogo dove accadono le cose.
Può davvero chiedere di più un’artista?
Elisa Sapienza ha rilasciato di recente il singolo Come la felicità, un brano fresco dalle sonorità tenui e raffinate. Nessun messaggio forte né, per fortuna, urla e gorgheggi a gogò, tipici delle cantantesse ansiose di farsi notare scimmiottando qualche clone di Mina, ma una vocalità calda e sicura, che non disdegna il sussurro.
Una padronanza che riflette il background della cantautrice, formatasi presso la Scuola di Musica di Città di Novate diretta da Paola Bertassi e presso il Vms di Milano di Loretta Martinez.
E riflette anche l’esperienza accumulata in varie collaborazioni, sfociata nella carriera solista, inaugurata con il singolo Replay (2018) e proseguita con l’ep Il tempo vola (2019).
Come la felicità è un titolo che suona un po’ ironico rispetto agli stereotipi mediatici e non solo che si spacciano oggi per felicità…
Non so cosa si spacci oggi per la felicità e in realtà non so neanche definire bene cosa essa sia. Anzi, non voglio rischiare di cadere in luoghi comuni retorici. Ho deciso di provare a cantare questa sensazione per conoscerla meglio e farmela amica. Un po’ come i lupi che ululano alla luna, ma non sanno cosa sia. Sinceramente non ho una risposta, preferisco provare a riconoscerla anche attraverso questo brano.
Ma cosa rappresenta per te il tuo nuovo singolo?
È un manifesto autobiografico, è una serie di pensieri che ho deciso di raccoglie e, insieme all’aiuto di Stefano Paviani, sono diventati il testo. Filadelfo Castro, il produttore musicale, ha arrangiato il brano dando alla musica una forma diretta e ha scelto tutti i musicisti che hanno suonato dal vivo gli strumenti. Anche questa è stata un’impresa e una scelta coraggiosa, perché viviamo in un periodo in cui tutto viene suonato in digitale. È un brano vero, sotto tutti i punti di vista, musicale e autorale.
Facciamo un passo indietro: qual è il tuo percorso formativo e quali sono i tuoi primi passi nel mondo della musica?
Ho iniziato a studiare canto a 16 anni e da subito ho capito che mi sarebbe piaciuto vivere, o provare a farlo, di musica. Poi ho proseguito gli studi di canto in un’alta scuola di formazione e ho iniziato anche lo studio del pianoforte. All’inizio avevo paura di cantare brani miei e li tenevo nascosti nel classico cassetto. Solo più avanti, a 24 anni, ho deciso di pubblicare il mio primo singolo, Replay. Ho avuto la possibilità, così, di cantare in pubblico i miei primi brani e l’emozione che ho provato è stata fortissima. In quel momento ho capito che avrei fatto di tutto per far arrivare la mia musica a più persone possibili.
Raccontaci di Replay.
È stato il mio primo atto di coraggio. È un brano che parla di un amore finit: una realtà che tutti abbiamo vissuto. Lo fa attraverso una serie di immagini e flashback e dice una frase che, secondo me, è molto significativa: «L’amore è un gigante che ride di me». A volte rifiutiamo l’amore, pensiamo di non essere in grado di amare o di non aver amato una persona, e in realtà lui è lì che ride di noi e dei nostri pensieri, come a dire: «C’ero, ma non mi hai voluto vedere».
Cosa vuoi trasmettere con la tua arte?
Vorrei trasmettere la verità, senza trucchi, senza dover urlare per forza qualcosa. Il videoclip di Come la felicità, diretto da Andrea Basile, racconta di me come sono realmente, da quando mi sveglio a quando vado a dormire, senza alcuna finzione. Ho deciso di mostrarmi perché sono fortemente convinta che, alla lunga, la sincerità paghi sempre.
Quali sono le tue collaborazioni ed esperienze più significative del tuo percorso fino a qui?
Da quando ho iniziato il mio percorso solista tutte le singole esperienze per me sono state fondamentali e sono occasioni di crescita: mi muovo in un mondo che amo, ma che ancora non conosco appieno. L’incontro con Filadelfo Castro, produttore e arrangiatore tra i più bravi in Italia, è senz’altro, tra i più importanti della mia vita, sotto il profilo artistico e umano. Castro è una persona meravigliosa che mi ha migliorato artisticamente e, ogni volta, mi sprona a fare meglio.
Un nuovo singolo o un album? Quali progetti hai per il futuro?
Per ora la mia intenzione è far arrivare Come la felicità al pubblico più ampio possibile. Scrivo continuamente pensieri che provo a trasformare in canzoni: quindi, ci saranno nuovi brani, nell’attesa di riprendere i concerti dal vivo, la dimensione che più mi manca.
(a cura di Andrea Infusino)
Da ascoltare (e da vedere):
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