Franco fa paura anche da morto
La giunta madrilena di Podemos vuol rimuovere il feretro del dittatore dal mausoleo della Valle dei Caduti
Di solito la si chiama memoria storica. Qualcuno azzarda di più e parla di religio mortis. Ma la morale è la stessa: le tombe, specie quelle famose, si rispettano perché in un modo o nell’altro ricordano un pezzo del passato.
Per la nuova sinistra spagnola evidentemente non è così. Insediatesi a Madrid e a Barcellona, dopo successi popolari lampo propiziati dal rigetto del Partito popolare e dalle delusioni provocate dal socialismo di Zapatero (il bipolarismo “ufficiale” del paese fino all’ingresso nelle istituzioni delle nuove sinistre), le giunte comunali guidate da Podemos hanno deciso di far fuori per le spicce tutti i monumenti che riguardano il passato prossimo della Spagna, ovvero il lungo regime (iniziato nel ’39 e finito nel ’75 con la morte del Caudillo) di Francisco Franco.
Hanno iniziato con le statue e i mezzibusti. E fin qui nulla di strano, tranne il fatto che la reazione sembra un po’ troppo a scoppio ritardato.
Ora arriva la partita grossa: i podemiti hanno preso di mira nientemeno che Valle de los Caìdos (alla lettera Valle dei Caduti), il supermausoleo in cui la salma di Franco riposa assieme a quella di Josè Antonio Primo de Rivera, uno dei padri del fascismo iberico.
Costruito nel 1940 su iniziativa di Franco per commemorare De Rivera, il complesso monumentale, che comprende un’abbazia benedettina e il mausoleo vero e proprio, fu aperto al pubblico nel 1957. Assieme al creatore della falange spagnola, il mausoleo, in prima battuta, ospitava le salme dei caduti franchisti durante la guerra civile. In un secondo momento, sempre su iniziativa del dittatore, vi furono sepolti anche i corpi di caduti repubblicani.
Una decisione tipica di Franco, il cui pragmatismo ne fece un dittatore atipico: qualcosa di più dei tipici dittatori ispanici dal profilo ideologico piuttosto basso, di cui un esempio è il cileno Pinochet, qualcosa di meno del tipico leader fascista. Non a caso, la transizione post franchista fu incruenta.
La storia del Mausoleo, trasformato dal Caudillo nella seconda fase del regime in un monumento alla memoria di tutti i caduti con lo scopo di cauterizzare le ferite della Guerra Civile, ha conosciuto negli ultimi anni delle fughe in avanti piuttosto curiose. Zapatero, non appena asceso al potere, aveva promesso di togliere la salma di Franco. Caduto Zapatero, il popolare Mariano Raioy ha fatto marcia indietro: il mausoleo, per lui, resta e deve anche essere restaurato.
Ora insorgono i podemiti (che sono un particolare mix spagnolo, a metà tra i grillini e la “vecchia” Sel) che chiedono l’asportazione delle salme di Franco e De Rivera e l’esclusiva dedica del mausoleo, una volta “defascistizzato”, alle vittime del franchismo.
In attesa di sapere quel che vogliono fare per i vivi, visto che la crisi economica non risparmia neppure la Spagna, i podemiti fanno capire cosa desiderano dai morti. E alla bisogna girano le pagine del calendario indietro di 41 anni. Progressisti? Ma quando mai…
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