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Cibo, arte e salute, la parola allo specialista

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C’è chi dice che la cultura alimentare sia la base della civiltà. Forse non è così, ma di sicuro il rapporto col cibo, rappresentato dagli artisti nel corso dei secoli, rivela sin troppo sulle condizioni di vita dei popoli. Lo sostiene, tra gli altri, Pietro Mignano, un giovane nutrizionista

«Siamo ciò che mangiamo» diceva il celebre filosofo Ludwig Feuerbach, forse tra i primi a interpretare l’alimentazione come la base della cultura umana. Quanto sia vero ciò, ancora oggi è discutibile. Tuttavia, l’alimentazione resta sicuramente un argomento delicato per tutte le dinamiche che esso scatena nella psiche delle persone. In particolar modo in chi si occupa di moda, cinema, spettacolo, sport.  L’alimentazione, determina la condizione sociale e politica di un popolo, ecco perché molti studiosi ed esperti della nutrizione ci informano sull’importanza e sul valore del cibo per nutrirsi bene e non incorrere in gravi patologie come l’obesità, l’ipertensione, l’anoressia o la bulimia.

L’ideale di perfezione in uno scatto di Robert Mapplethorpe

Nel mondo dell’arte il cibo ha sempre avuto un ruolo importante per classificare la società in cui si apparteneva. Sin dall’antichità, gli uomini disegnavano nelle loro caverne le scene di caccia, ma cosa rappresentava per loro il cibo?  Il cibo era l’elemento caratterizzante della loro esistenza, era cultura.

Invece nell’età moderna il cibo è raffigurato nei dipinti come natura morta: ad esempio le opere di Caravaggio, come la Fiscella di frutta, realizzata fra il 1594 e il 1598.

Oggi le cose sono cambiate e il cibo nell’arte viene interpretato in modo diverso: esso diventa oggetto di discussione mediatica e pone interrogativi sui piani alimentari di modelle, spesso vittime dell’anoressia. Oliviero Toscani ha realizzato un servizio fotografico bellissimo e crudele. Un interessante esempio dedicato al cibo è l’installazione del 2003 di Vanessa Beecroft (VB52), in cui i corpi di modelle giovani parzialmente vestiti e seduti a tavola mettono in evidenza il contrasto fra la bellezza dei corpi e il rapporto con il cibo, spesso malato.

Dalla patologia si passa alla bellezza ed all’esasperazione della perfezione con gli scatti di Robert Mapplethorpe.

Il nutrizionista Pietro Mignano

Affrontiamo l’argomento con Pietro Mignano, giovane biologo nutrizionista e docente di Nutrizione umana presso la Scuola di Osteopatia Chinesis Ifop. Già: in tutto questo, si corre il rischio di scordare che la scienza dovrebbe avere l’ultima parola.

Esistono tanti dubbi sui metodi alimentari correnti e sulla loro rappresentazione. Iniziamo da un argomento: cibo ed eros. Che tipo di relazione c’è tra questi due fattori?

La relazione tra cibo ed eros è fortissima. Lo stesso atto di mangiare ricorda il bacio e nel farlo, infatti, attiviamo gli stessi muscoli facciali.

Moltissime persone trovano un immenso piacere nel consumare molti alimenti che hanno un vero e proprio effetto consolatorio e benefico sul nostro organismo pari al piacere che si può provare durante un atto sessuale.

 Dopotutto i circuiti nervosi che si attivano durante l’amplesso sono gli stessi che si attivano durante il consumo di un pasto composto dai nostri cibi preferiti.

Ancora, esistono cibi afrodisiaci che, secondo alcune teorie non propriamente scientifiche, sono in grado di stimolare il piacere in chi li consuma: frutti rossi, crostacei, zenzero e molti altri.

Concludendo, appare opportuno citare la mela di Adamo ed Eva, irresistibile frutto che rappresentare il peccato!

Ci spiega l’importanza di una buona alimentazione?

Ogni giorno, più volte al giorno, mangiamo. Questo tuttavia non significa seguire una corretta alimentazione. Il cibo è energia ed è fondamentale introdurre nel nostro organismo cibo in grado di fornirci l’energia di cui abbiamo bisogno.

Tuttavia nel mondo le cattive abitudini alimentari dilagano. Basti pensare che negli Usa almeno 2 persone su 10 sono obese mentre 4 su 10 sono in sovrappeso.

In Italia la situazione non è così estrema ma risulta comunque preoccupante.

Il problema della cattiva alimentazione è legato a una sovra-informazione che genera nei consumatori disinformazione, si finisce per perdere la bussola e mangiare senza criterio e a caso.

 Questo comportamente genera una alterazione dei processi biologi del corpo umano che tenderà a richiedere più cibo e più volte al giorno. Così il tasso di obesità aumenterà.

Per fare un parallelismo con la natura: non esistono cani o gatti obesi in natura. Tuttavia i cani e i gatti domestici i cui padroni soffrono di obesità tendono ad aumentare il peso, proprio perchè acquisiscono le stesse abitudini alimentare.

Il mio consiglio è di masticare lentamente durante i pasti, non usare dispositivi come: tv, cellurare e pc a tavola e bere acqua regolarmente. Sembrerà banale ma sono abitudini che non adotta quasi più nessuno.

VB52, l’installazione di Vanessa Beecroft

Le diete che oggi sono pubblicizzate in ogni rivista, vengono offerte ai lettori per aiutarli a mangiare meglio o solo per fare crescere il numero dei lettori?

Come ripeto un grosso problema di oggi è l’abbondanza di informazione. Siamo bombardati di informazioni su diete miracolose, integratori magici e stregoni in grado di curare ogni patologia con l’alimentazione.

Quando leggiamo un articolo o vediamo un documentario dobbiamo sempre pensare che esiste un’altra realtà, più completa, che va al di là di una sola alimentazione o un solo integratore.

È fondamentale informarsi, essere critici e preparati. Solo un lettore informato e attento è in grado di non cadere vittima dell’ennesima dieta miracolosa.

In definitiva credo che molte riviste, soprattutto se non del settore scientifico, pubblichino diete miracolose per irretire il lettore.

Quale metodo alimentare consiglia di seguire a quanti desiderano sapere come mangiare meglio per restare in forma con l’avanzare dell’età?

Non esiste una alimentazione corretta che vada bene per tutti. Gli essere umani sono molti e tutti diversi, quindi aspettarsi che una alimentazione sia corretta per la collettività è utopico. Molte persone possono ottenere ottimi risultati con una alimentazione mediterranea bilanciata, altre raccolgono risultati sorprendenti con una dieta chetogenica mentre altri ancora si trovano bene seguendo un regime alimentare vegetariano.

L’importante è trovare qualcosa di sostenibile nel tempo.

I consigli per restare in forma dopo i 50 anni tuttavia principalmente sono:

Mangiare abbastanza proteine da fonti diverse (animali e vegetali). Circa un grammo per chilo di perso corporeo al giorno.

Bere due litri di acqua al giorno costantemente (questo aiuta anche a metabolizzare ed espellere eventuali farmaci).

Dormire piu di 6-7 h a notte.

La celebre “Fiscella di frutta”, natura morta di Caravaggio

Perchè l’obesità e la bulimia sono in aumento?

L’obestià, la bulimia e l’anoressia sono condizioni molto pericolose legate all’alimentazione ma con implicazioni più profonde.

Pur essendo molto diverse tra di loro c’è una matrice comune che è di natura psicologica e sociale: la non accettazione di se stessi e la ricerca di qualcosa che ci conforti.

La società odierna è fortemente individualistica e se non si è parte dell’ingranaggio è facile sentirsi smarriti e deboli. Da qui, a mio avviso, nasce quella spirale di solitudine ed ansia che porta l’individuo a vedersi come un perdente solo perchè diverso da una società troppo frenetica.

L’arte intesa come terapia secondo potrebbe aiutare a far riacquistare la forma fisica insieme ad un buon piano alimentare?

Come dicevo l’alimentazione è solo un aspetto delle condizioni sopra citate.

Per scongiurare e trattare questo tipo di disturbi è fondamentale un approccio multidisciplinare che affronti i vari aspetti del disturbo.

L’aiuto di uno psicoterapeuta è fondamentale, soprattutto nei disturbi alimentari (ortoressia, bulimia, anoressia e disturbo da alimentazione incontrollata) per distogliere l’attenzione del paziente e concentrarsi su qualcosa di diverso.

Ecco che, in questa fase, la bellezza, l’arte può essere terapia facendo riflettere il paziente su qualcosa di diverso, forse mai preso in considerazione e così distante dalla percezione dei propri problemi.

(a cura di Carmelita Brunetti)

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