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Contro la libertà, sette storie dure sulle assi del teatro

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Il collettivo Divina Mania mette in scena il testo di Soler al Morelli di Cosenza. Una rappresentazione surreale che stimola la riflessione

L’egoismo genera prevaricazione e si traduce nella limitazione dello spazio altrui. E porta presto al punto di rottura.

È la lotta quotidiana provocata dall’esasperazione della libertà.

Le sette piccole storie rappresentate da Divina Mania (un collettivo di giovani artisti che ha sede in Calabria) hanno come filo conduttore la visione esasperante del presente ma anche di un futuro incerto.

Una scena di Contro la libertà

Lo spettacolo Contro la libertà scritto dal drammaturgo spagnolo Esteve Soler, è prodotto da Primavera dei Teatri, in collaborazione con Pav. Lo spettacolo è il primo appuntamento della stagione More 2019, dal titolo Focus Residenze,organizzata da Scena Verticale con la partnership di MiBact, Regione Calabria e Comune di Cosenza.

I tre attori, Gianmarco Saurino, Mauro Lamanna e Elena Ferrantini, rappresentano persone nella loro anonima quotidianità, ma solo in apparenza. Con un po’ d’attenzione, ci si rende invece conto delle grandi problematiche delle loro esistenze, che esprimono dei veri e propri macrotemi affrontati. Le sette storie scorrono veloci e cariche d’ironia. Ma come usa dire, scherzando scherzando si racconta la verità.

Una suggestiva immagine di scena da L’aborto, primo episodio di Contro la libertà

Ogni storia ruota attorno ad un abuso.

Il dialogo tra una madre e il feto che porta in grembo appare pieno di speranza verso un mondo ricco di positività. Esempi derivanti da chi con le sue azioni ha creato un pensiero aperto alle visioni di diverse prospettive e alle più svariate culture. In realtà pochi riescono a cogliere i giusti insegnamenti dal passato e gli errori-orrori si ripetono. Forse non è il caso di far nascere nuovi figli.

Tra i sacramenti ne troviamo uno che unisce due persone per formare una famiglia. Il matrimonio può comportare una mancanza di libertà? La sposa la pensa così e ne discute proprio il giorno delle nozze con il futuro sposo sull’altare. Ancora oggi il patriarcato pesa sul nostro presente e futuro.

Elena Ferrantini e Gianmarco Saurino in una scena dell’episodio Il matrimonio

Il mondo dei social incolla le persone connesse a smartphone, tablet e computer. Ma, è doveroso chiedersi, è connessione o alienazione? I millennials vivono questa quotidianità. In un futuro non troppo lontano, né purtroppo improbabile, questo processo potrebbe distaccarci così tanto dalla realtà da non farci rendere conto né della morte né della guerra.

Sempre in un futuro, certo non auspicabile, ci si potrebbe ammalare del mal di lettura o il mal del pensiero. E si potrebbe finire dal medico dopo aver sfogliato un libro per scoprirsi affetti da un male equiparabile a un cancro. Già: questo oggetto fatto di pagine inchiostrate, suscita attacchi di pensiero indipendente e nei peggiori casi l’immobilità.

Elena Ferrantini in Pedofilia

La superficialità di una donna, amante delle slot machine di Las Vegas, la porta a giustificare un marito pedofilo. Racconta la vicenda con una leggerezza disarmante è scioccante. Per lei sono episodi da sempre avvenuti nel corso della storia: se tutti lo fanno non può certo essere un’azione da condannare. Ma ciò che lei ama è solo rimanere nella superficie senza dover pensare troppo.

Uguali giustificazioni insensate percorrono la storia successiva. Un uomo a capo di un’azienda di vestiario sfrutta i propri lavoratori tenendoli in condizioni disumane. Ma nonostante ciò è in grado di sentirsi il buono. Accusa i lavoratori, infatti, dicendo che a loro la situazione fa comodo mentre lui detiene tutti gli svantaggi. La moglie che inizialmente gli chiede di togliere gli schiavi, risulta poi essere più interessata a fare shopping.

Una scena di Sfruttamento del lavoro

Possedere un mutuo è il pensiero peggiore del mondo cantava qualche anno fa Brunori. E l’ultima storia mostra quando può essere vera questa affermazione. Un appartamento in vendita dopo che un uomo in lastrico si era impiccato. Il suo fantasma descrive la sua triste storia e di come la vita e le azioni altrui lo hanno portato a quel gesto tragico.

Sette storie, sette argomenti pesanti come macigni sono raccontati con una leggerezza mai banale e scontata. Tra una risata e l’altra emergono spunti di riflessione. Un po’ alla Black Mirror (serie incentrata su visioni di un futuro condizionato dalla tecnologia) ma con un’apparente spensieratezza degna di Banana Yoshimoto.

Contro la libertà offre numerosi spunti di riflessione,

È il caso di aspettarsi attacchi di pensiero indipendente?

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