Una risata «non» li seppellirà…
Anche la satira, antica riserva di libertà e di critica al potere, è diventata un’arma spuntata e, a volte, è un escamotage che rende “accettabile” le dinamiche del sistema
Ma sì, banalizziamo: il nuovo governo è nato per spartirsi le poltrone.
Evvai, ridacchiamo: i politici italiani sono una combriccola di personaggi da operetta, o da avanspettacolo, mediamente incolti e sempre pronti a riposizionarsi in base al proprio tornaconto. Rimangiandosi, senza batter ciglio, quello che avevano detto in precedenza. Fosse pure il giorno prima.
Dileggiare i partiti e i loro esponenti è diventata un’abitudine nazionale. Una prassi corrente. Un automatismo.
Lo fanno i comici tv, a cominciare da Crozza, e lo fanno gli autori satirici del Web. Che spesso sono anche bravi a trovare le battute e a ridurre i loro bersagli a macchiette, ma che proprio per questo finiscono con l’alimentare una pericolosissima illusione collettiva: quella che farsi beffe dei deputati-senatori-ministri, e giù di là, sia la lampante dimostrazione del fatto che noialtri cittadini/elettori non siamo mica scemi e mica ci lasciamo prendere per il naso. Macché: loro credono di abbindolarci impunemente, ma noi capiamo al volo le loro manfrine e “infatti” li mettiamo alla gogna.
Un abbaglio da bimbi-minkia. Benché quel disprezzo sia di regola più che motivato, la sua efficacia concreta è pari a zero. Anzi: va addirittura a vantaggio di chi vorrebbe colpire. Prova ne sia che nel loro insieme i partiti continuano imperterriti a tessere le loro trame e noi cittadini, complessivamente parlando, siamo qui a subirne gli effetti. Loro rimangono lassù – e votano Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, e mandano Paolo Gentiloni come rappresentante nazionale in quello stesso organismo (il cda della Europe Holding-Bank & Investment Ltd…). Noi rimaniamo quaggiù.
È ora di capirlo e di piantarselo in testa: ironia e sarcasmi non possono più bastare, a diffondere modi diversi di pensare. E men che meno a predisporre una ribellione autentica e su vasta scala. Ironia e sarcasmi sono una rivalsa da allocchi, una ribellione da poveracci. Al posto dell’esplosivo, i petardi. Le pernacchiette. Le lingue di Menelicche.
Panem et circenses significa anche questo: che il popolo si trastulla con questo o quello svago, mentre chi detiene il Potere è ben contento di pagare come unico prezzo delle sue malefatte a tappeto gli sberleffi a salve del battutista di turno.
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