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L’allarme di Allam: basta frontiere aperte o la nostra civiltà morirà

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Il giornalista di origini egiziane chiude la tredicesima edizione dell’Università d’Estate di Soveria Mannelli

«L’Europa? Non ci salverà. Anzi, ci ha portato agli ultimi posti nelle graduatorie mondiali». Intendiamoci: non l’Europa come cultura e immagine storica (che oggi sfuma sempre più nel mito) di prima ecumene cristiana, ma l’europeismo, che non è altro che un’espressione del globalismo.

E quest’ultimo, a sua volta, è espressione della dittatura finanziaria, che domina le nostre vite grazie alla dittatura informatica. Già: «L’idolatria della rete toglie spazi di libertà ai cittadini, poiché promuove una realtà basata sulla moneta e su una dimensione virtuale dei rapporti e perciò snatura le basi della civiltà occidentale, che è incentrata sulla persona».

Parola di Magdi Crstiano Allam.

Il giornalista ed ex europarlamentare ha concluso con la sua particolare lezione, tenuta la sera del 28 agosto, la tredicesima edizione dell’Università d’Estate, svoltasi a Soveria Mannelli.

Introdotto dal sindaco Leonardo Sirianni, e dai due condirettori dell’Università, il prof dell’Unical Mario Caligiuri e l’editore Florindo Rubbettino, Allam ha ribadito l’allarme che da anni va lanciando nelle sue pubblicazioni: il pericolo dell’invasione di culture altre e inconciliabili. Ma lo ha fatto con un taglio alto, come ha specificato Caligiuri, «Fuori dai luoghi comuni».

Infatti, non c’è nulla di xenofobo né alcuna incitazione all’intolleranza in affermazioni come questa, che semmai è ispirata da molto, amaro realismo: «È fondamentale mettere un argine al tracollo demografico, che è la nostra principale emergenza. E dobbiamo smettere di aprire incondizionatamente le nostre frontiere per porre fine ai processi di autoinvasione e di autosostituzione delle nostre popolazioni, che sfiorano ormai il livello della follia suicida».

Il quadro tracciato dal giornalista, già esponente lucido e critico dell’islam laico e moderato poi convertito entusiasta al cristianesimo, è inquietante. Così come inquieta la chiosa di Rubbettino: «L’età media dei giovani islamici rappresenta una questione fondamentale».

Fin qui l’allarme. A cui è seguita la proposta: «All’Italia serve una rivoluzione culturale che parta dal basso. Non a caso l’unica forma di democrazia vera è rappresentata dalle elezioni comunali dove c’è un rapporto reale tra eletti ed elettori, dopo di che la distanza diventa incolmabile». Il mondo piccolo ci salverà? Certo. A patto, però, di non confonderlo con quello agricolo raccontato da Guareschi, visto che Allam ha piuttosto in mente la civiltà dei Comuni: «L’Italia deve riscattare la propria sovranità monetaria, legislativa e giudiziaria, promuovendo un nuovo modello di Stato, di sviluppo e di società che corrisponda al bene degli italiani, incentrato sulla microdimensione che storicamente ha fatto grande l’Italia».

Le altre due lezioni dell’Università d’Estate si sono svolte l’11 e il 25 agosto e hanno avuto due docenti di primo piano: rispettivamente, Giordano Bruno Guerri, giornalista, scrittore e direttore del Vittoriale dannunziano, e Ciriaco De Mita, ex leader della Dc, di cui è stato segretario negli anni ’80.

L’Università d’Estate, che fa parte del ciclo di manifestazioni culturali Essere a Soveria, è stata promossa dal Comune di Soveria Mannelli assieme alla fondazione Italia Domani e con la collaborazione di Rubbettino Editore, dell’associazione Imprenditori del Reventino, della Pro-Loco e dell’Istituto di istruzione superiore Luigi Costanzo di Decollatura.

La segreteria organizzativa dell’Università è stata curata dall’associazione Fiore di Lino e le lezioni sono state seguite da Radio Radicale e Liberi.tv.

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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