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«Il Pd ha fatto bene. Ora la vera sfida è il Sud»

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Parla Cesare Loizzo, dirigente del Partito democratico e responsabile di Labdem: «Occorre dare continuità al nostro percorso»

Giovane sì, anche deciso e propositivo. Rampante mai. Cesare Loizzo, classe ’83, è dirigente provinciale del Pd di Cosenza e responsabile calabrese di Labdem, l’associazione che fa riferimento a Gianni Pittella, europarlamentare e presidente dei socialisti a Strasburgo.

Loizzo è impegnato da sempre in politica con passione e con alcuni risultati importanti: è stato capogruppo del Partito democratico a Rende (2006-2011) e poi (2011-2013) assessore. In entrambi i ruoli si è distinto per un forte impegno culturale rivolto alla valorizzazione del territorio. Fuori dalle istituzioni, invece, si è dato da fare per promuovere un nuovo modo di fare politica, anche attraverso le scuole di formazione rivolte ai giovani che aspirano a fare politica.

Anche senza essere candidato, il giovane dirigente calabrese è schierato in prima fila per le prossime politiche. Dovere di militante? Senz’altro. Ma anche sulla base della convinzione che il Pd abbia fatto tanto per l’Italia e per il Sud ma non abbia ancora concluso il percorso delle riforme. «I due governi a guida Pd, quello di Renzi prima e quello di Gentiloni poi, hanno dimostrato un attivismo inedito, di cui stiamo già cogliendo i primi frutti. Occorre che quest’attività continui perché l’Italia recuperi un ruolo forte in Europa e il Sud sia al centro dell’azione politica del prossimo Governo».

Sarà, però il malcontento e le critiche non mancano.

Certo, infatti ritengo che ancora, e soprattutto al Sud, ci sia molto da fare. Mi limito a ribadire un concetto banale: viene criticato chi fa e c’è da dire che, dal 2013, questo Pd ha fatto tanto. Innanzitutto ha assicurato al Paese la stabilità governativa in un frangente difficile, che rischiava di diventare drammatico.

Ma la stabilità governativa non basta.

Sì, ma senza questa non sarebbe stata possibile la serie di riforme cantierate e realizzate. Ancora non ce ne accorgiamo, soprattutto nel Mezzogiorno, perché la crisi in cui siamo tuttora immersi ha tempi lunghi. Ma a breve inizieremo ad avere ottimi risultati. Intanto, dobbiamo registrare la ripresa economica e l’aumento dei posti di lavoro, un milione in più. Ecco, si parla tanto di governi del fare. Noi, senza retorica, possiamo dire di aver fatto. Ha fatto Renzi prima, realizzando una quantità enorme di riforme in un breve lasso di tempo. E ha fatto Gentiloni, che ha saputo continuare l’opera di chi lo ha preceduto.

E la Calabria?

La Calabria ha ereditato gravissimi problemi strutturali, che affronto e conosco da addetto ai lavori tutti i santi giorni. Al riguardo, posso dire che il Pd è riuscito a incidere in due modi: innanzitutto, grazie all’opera della Regione, che ha lavorato con le istituzioni del territorio per affrontare al meglio le prossime, importanti sfide. Anche in questo l’azione politica di Mario Oliverio si è rivelata incisiva. Poi è stato importante il supporto del governo nazionale, grazie allo stanziamento imponente di fondi che, ben distribuiti, gioveranno al nostro territorio. Si parla tanto di sinergie. Il Pd le ha realizzate.

In che modo?

Ci sono i risultati recentissimi, tra cui cito lo stanziamento, operato dal Cipe, di 90 milioni di euro per il centro storico di Cosenza. Non mi pare poco, visto che la situazione di questa bellissima zona della città è ai limiti. Anzi, mi sembra anche un segno di grande affetto verso il territorio, sebbene sia governato da altre forze politiche. Cosenza e la sua area urbana, grazie anche alla realizzazione della metropolitana di superficie e del nuovo Ospedale, cambierà volto. Vogliamo parlare inoltre del progetto strategico destinato alle Università calabresi? Sono 138 milioni a disposizione dei nostri atenei per tamponare l’emorragia di immatricolazioni e, sotto il profilo della ricerca, la fuga dei cervelli. Questi sono numeri, non chiacchiere. Ma se ciò non bastasse, mi permetto di aggiungere il progetto definitivo, approvato sempre dal Cipe, del megalotto della strada statale 106 Sibari-Roseto. Mi pare che dal miliardo e 335 milioni stanziato sortirà il più grande cantiere italiano. Abbiamo chiuso una telenovela macabra (dato l’alto numero di incidenti, spesso tragici, su questa arteria) durata 10 anni. E ancora, l’assunzione di ricercatori universitari nelle regioni a obiettivo 1, tra cui la Calabria, e l’alta specializzazione per agenti digitali, di cui beneficeranno oltre mille giovani laureati e diplomati della nostra regione. Infine il progetto per la depurazione gestito dalla Regione, a cui hanno aderito finora 138 comuni.

Insomma, il Pd vuole un secondo tempo.

Tutte queste realizzazioni non sarebbero state possibili senza la filiera istituzionale tra governo centrale e governo regionale. Ora dobbiamo tirare le somme di queste realizzazioni e spingere perché dispieghino al meglio la loro efficacia. Per esempio, l’istituzione delle Zone economiche speciali consentirà un rilancio dell’economia regionale, perché renderà la Calabria più appetibile agli investitori. Ma questo processo deve essere governato con il supporto del governo nazionale.

Fin qui l’aspetto tecnico-pratico. E quello politico?

Io ho descritto finora l’operato di una forza politica riformista capace di mettersi in discussione e di rischiare anche i consensi, pur di operare al meglio. A livello più strettamente politico, segnalo le buone realizzazioni sociali, tra cui l’abolizione dei co.co.pro., che ha ridato valore al mondo del lavoro e forza all’azione sindacale e la riforma della pubblica amministrazione. Ma reputo importantissima anche l’azione a livello di diritti civili: si pensi alla legge sul dopo di noi, a quella sul fine vita e alle unioni civili. Il Pd è riuscito a realizzare tutto questo senza creare lacerazioni nel tessuto sociale del Paese, soprattutto senza creare strappi con la Chiesa. Non mi pare poco.

Quindi più Sud nel Paese e in Europa.

Tra l’altro questa è la formula politica per cui Gianni Pittella ha deciso di dare il suo contributo in Italia candidandosi al Senato. Io credo che i parlamentari del Pd eletti al Sud sapranno far squadra per portare i nostri territori al centro delle preoccupazioni politiche nazionali. La Questione Meridionale non è un’espressione fuori moda: è un’esigenza per tutto il Paese: se il Sud riuscirà a crescere, tutta l’Italia farà un passo da gigante. Per questo consideriamo importante che i cittadini ci diano la forza politica per continuare questa sfida.

(a cura di Saverio Paletta)

 

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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