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Credito illegittimo Condannata una banca

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Il Banco di Napoli pretendeva trentamila euro. Ora ne deve pagare sessantamila a un cliente che si è ribellato

L’anatocismo bancario (che è la possibilità, concessa alle banche, di chiedere gli interessi non solo sul capitale, ma anche sugli interessi già maturati) è stato introdotto di nuovo questa estate. Ma per fortuna gli utenti – titolari di conti correnti, di mutui, ecc. – possono ancora difendersi dalle pretese, spesso eccessive, degli istituti di credito.

L’ultimo caso si è verificato a Cosenza, dove il Banco di Napoli è stato condannato a pagare sessantamila euro a una società per l’illegittima applicazione dei tassi di interesse.

La vicenda è iniziata nel 2009, quando il titolare della società, una delle tante aziende medio-piccole che muovono l’economia del territorio, si è accorto di dovere alla banca trentamila euro di interessi. Una cifra non proprio leggera di questi tempi. Per questo, l’imprenditore ha voluto vederci chiaro, si è rivolto all’Adusbef (l’Associazione per la difesa dei consumatori e degli utenti bancari, finanziari e assicurativi) e ha trascinato in giudizio l’istituto di credito.

Il risultato è stato paradossale, sebbene non desueto in questo campo delicato e tutto da approfondire: il giudice, circa dieci giorni fa, ha messo la parola fine a una battaglia legale durata sette anni con una sentenza che ribalta tutto. Il Banco di Napoli, ha infatti stabilito il magistrato, non è creditore di niente ma, anzi, deve pagare circa sessantamila euro al proprio cliente.

Tutto bene quel che finisce bene? Secondo Fernando Scarpelli, il legale dell’Adusbef che ha seguito il caso, sì: «Giustizia è fatta, dopo tante lotte». Ma l’avvocato non si ferma qui: «La nostra battaglia continua come sempre, non solo sul piano processuale ma anche su quello informativo, per tenere alta l’attenzione su temi di grande interesse per la collettività e per la sopravvivenza di tante famiglie e di tanti imprenditori».

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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