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Tra pittura e rock estremo. Le tele metal di Mario Duplantier

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Il batterista francese, fondatore dei Gojira, è anche un pittore di talento, che ricicla materiali poveri o comunque usati (ad esempio, le pelli della sua batteria) per realizzare lavori ispirati all’ambientalismo molto apprezzati dagli addetti ai lavori

Che cosa hanno in comune una galleria d’arte e un concerto metal? Apparentemente poco o nulla: due mondi antitetici che raccolgono morigerati intellettuali da una parte e mefistofelici individui borchiati dall’altra.  

I Gojira al completo (il secondo da sinistra è Mario Duplantier)

Ma certe classificazioni sono ormai parte di un immaginario vetusto e, invece, ci sono diversi artisti che con le loro biografie hanno contribuito allo smantellamento dei cliché legati al mondo del metal. Basti citare Bruce Dickinson, lo storico cantante degli Iron Maiden, che oltre a una laurea in storia e una laurea ad honorem in musica, vanta un curriculum da scrittore, sceneggiatore, conduttore radiofonico, schermidore e, non di meno, pilota di aerei di linea. 

È un fatto: dietro a violenti riff di chitarra, distorsioni e growl infernali, ci sono spesso menti raffinate e artisti di spiccata sensibilità.

Il live show incendiario dei Gojira

Rientra tra questi anche Mario Duplantier, conosciuto dagli amanti del genere come batterista dei Gojira, blasonata band metal francese che ha raggiunto negli anni una risonanza internazionale, fino a conquistare nel 2017 ben due candidature ai Grammy Awards come miglior album rock con il disco Magma e come miglior interpretazione metal per il brano Silvera.

Co-fondatore del gruppo insieme al fratello Joe (voce e chitarra ), Mario Duplantier ha raccolto lodi tra i fan e gli addetti ai lavori, tanto che nel 2012 è stato definito da Metalsucks come il «miglior batterista di metal moderno».

Ma oltre ad essere un drummer pluristellato, il 37enne francese pare destreggiarsi altrettanto bene con pennelli, matite e macchina fotografica. Non è un caso se dietro al repertorio di immagini dei Gojira, alle copertine degli album e alle foto ufficiali c’è spesso la sua mano.

Magma 2, una stampa di Mario Duplantier

Mario Duplantier non ha mai nascosto, del resto, la sua passione per l’arte, coltivata sin dall’infanzia nella città natale di Bayonne, in quella regione aspra e pittoresca dei Paesi Baschi francesi, dove è cresciuto insieme al fratello Joe, sotto l’ala di una famiglia sui generis.

Il padre è un disegnatore e fotografo dell’esercito; professionista dell’obiettivo anche la sorella, mentre la madre, insegnante di yoga, ha cercato di trasmettere ai figli -ed evidentemente ci è riuscita – la passione per ogni attività creativa, tanto che in casa Duplantier c’era una stanza adibita all’espressione artistica.

A undici anni, Mario ha iniziato a cimentarsi con la batteria e a interessarsi alla pittura, al disegno e alla fotografia, ispirato dal fascino del bianco e nero degli scatti della sorella. Poi a soli 15 anni, con il fratello maggiore Joe, ha fondato i Godzilla, ovvero i futuri Gojira.

The Tree From Porto, pittura su pelle di batteria di Mario Duplantier

Ma è nel corso dei lunghi viaggi in tour che il batterista-artista ha incominciato a dedicarsi assiduamente alla fotografia e alla pittura, sviluppando uno stile personale e riconoscibile, intriso di surrealismo, di personaggi ibridi e di strani animali.

Nel mondo di Duplantier si mescolano elementi naturali e paesaggi metafisici, allegorie e scenari onirici inquietanti, che strizzano l’occhio all’universo visionario di Bosch.

Non è azzardato sostenere che lo stile pittorico di Mario Duplantier sia assai vicino al sound dei Gojira, al loro metal moderno spesso cupo e aggressivo, sorretto da ritmiche serrate ma tuttavia bilanciato da una costante attenzione per la melodia e ai loro testi, in cui si mescolano tematiche ambientaliste e spiritualità, sviscerando temi come vita, morte e rinascita, ma anche il riscaldamento globale e l’inquinamento. Argomenti condensati nel concept From Mars to Sirius, terzo album della band.

The Sailboat, un’altra pittura su pelle di batteria di Mario Duplantier

L’uomo e il rapporto con natura tornano a più riprese anche nelle opere di Mario Duplantier, dove grotte, alberi, balene, pescatori e orizzonti marini sembrano attingere direttamente ai ricordi di chi è cresciuto tra i boschi dei Pirenei e le onde dell’Atlantico. E se i Gojira cooperano da anni con associazioni come la SEA Shepherd per la tutela degli animali acquatici, Mario Duplantier, dal canto suo, contribuisce alla causa servendosi di materiali come rifiuti e vecchie tele per realizzare le proprie opere e riciclando le pelli di tamburo utilizzate sul palco o in studio di registrazione per dipingere e trarne dei bellissimi quadri.

Dalle pelli alle tele, in fondo, il passo è breve e Duplantier lo ha dimostrato in maniera eclettica, attraverso lo sconfinamento, per ricordarci che diverse forme espressive possono essere facce di una stessa medaglia. E se si parla di arte, può essercene tanta a un concerto metal quanto in un museo. Basta saperla riconoscere.

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