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Scrivere di musica, l’Agimp traccia un bilancio

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L’associazione di giornalisti e critici, nata nel 2016, fa il punto nell’edizione 2019 del Meeting delle etichette indipendenti

Scrivere di musica: quest’esigenza ha stimolato la nascita di Agimp (Associazione di giornalisti e critici musicali legati ai linguaggi popolari), avvenuta a Faenza durante l’edizione 2016 del Mei-Meeting degli Indipendenti.

Alla guida dell’associazione, un direttivo eletto nella scorsa edizione del Mei e composto da Fabio Alcini, Simona Cantelmi, Luciano Lattanzi, Michele Manzotti e Alex Pierro. La segreteria tecnica organizzativa è affidata a Giordano Sangiorgi, il patron del Mei.

Un momento dell’incontro col direttivo di Agimp

Tra i fondamenti dell’associazione, troviamo:

– il sostegno della libertà di espressione verso l’esaltazione dei colori della musica e la creazione di una coscienza critica indipendente;

– la tutela della dignità professionale degli iscritti;

– la responsabilità professionale di quanti esercitano questo lavoro tra professionisti, pubblicisti ma anche di quanti iniziano ad interfacciarsi alla scrittura musicale;

-lo sviluppo di collaborazioni con organizzazioni straniere e non sulla stessa linea.

Oltre a questi punti – che costituiscono la mission dell’associazione – durante l’incontro all’interno del Mei 2019 si è discusso di vari argomenti legati alla scrittura musicale.

Innanzitutto, si mira alla collaborazione con le diverse associazioni musicali sparse per l’Italia che abbracciano diversi generi. In questo modo si riesce a fare rete ma anche a organizzare momenti di formazione e di crescita. Ad esempio durante l’ultima Assemblea del Midj, associazione dei musicisti Italiani di Jazz, è intervenuto Michele Manzotti per creare un dialogo con questa importante realtà della musica italiana.

Un altro momento del dibattito dell’Agimp

Puntare sui giovani, sia musicisti che giornalisti, potrebbe forse sembrare uno slogan fin troppo sfruttato. Quasi una moda. Per sfuggire a questo cliché basta elaborare una formazione dove non sono solo i veterani della musica a mettersi in cattedra a dispensare consigli e regole, ma in cui lo scambio di esperienze e di nozioni avviene sullo stesso piano tra tutti gli interessati.

L’accesso alla professione giornalistica è regolato dalle legge del 1963. Queste norme risultano eccessivamente limitanti anche a causa dello stato dell’editoria musicale odierna. Creare un’associazione che ammette l’accesso anche ai non iscritti all’Ordine in una modalità più soft è un’esperienza importante in un mondo dove l’informazione si trova sempre verso l’esubero e la ridondanza.

Il recupero e il rispetto per una professionalità ormai quasi data per scontata. Senza giornalisti non potrebbe esserci musica. Molto spesso gli artisti, ma anche il pubblico, mettono in secondo piano chi si occupa di valutare e diffondere un certo tipo di musica. Invece, nel confronto fra un artista e un giornalista, ad esempio, ci dovrebbe essere uno scambio equo. Entrambi svolgono un lavoro importante e ispirato quasi sempre da una grande passione. Perciò né artisti né giornalisti possono arrogarsi il diritto di sentirsi in una posizione elevata.

Un altro argomento importante per la professione trattato durante l’incontro è stato il grado di preparazione dei giornalisti.

I giornalisti con esperienza condizionata dalla tecnologia web propongono un’informazione molto spesso superficiale con un’attenzione maggiore alla tempestività piuttosto che alla qualità. Certo non si può fare di tutta l’erba il classico fascio e la critica può risultare molto severa.

C’è però da dire che sì, il web ha ampliato le possibilità di creare e consumare informazione, ma ciò non toglie che occorra sapersi orientare nell’enorme mole di materiali delle rete e quindi selezionare di conseguenza. Occorre saper utilizzare il web e, a prescindere dai mezzi e dagli strumenti, questa selezione, che fa la differenza tra i lavori di qualità e quelli che non lo sono, è sempre il risultato della preparazione e delle scelte consapevoli di chi scrive.

Ma un altro elemento da tenere in considerazione è la soglia di attenzione del pubblico, per il quale vale il principio secondo cui l’offerta determina la domanda.

Perciò un pubblico educato alla tempestività rispetto alla qualità si accontenta della superficialità delle informazioni. Scrivere significa guidare i lettori verso modi di pensare e guardare il mondo da una prospettiva particolare. Scrivere implica essere coscienti della propria responsabilità e non puntare solo a una maggiore visibilità.

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