Centro anziani di Rende, si attende il vertice della salvezza
La cooperativa che gestisce il servizio rinuncia all’appalto. Rischiano il posto dieci lavoratori
Come ricorderanno gli osservatori più sensibili, la patata bollente del Centro Incontro Anziani di Rende, già fiore all’occhiello del welfare calabrese, è esplosa la scorsa primavera.
La situazione della struttura, che offriva un servizio diurno e notturno agli anziani autosufficienti, era da profondo rosso da mesi: a causa della crisi, il Comune di Rende, a sua volta in predissesto dal 2014, aveva sostanzialmente privatizzato le modalità di gestione del servizio. Non più il contributo del municipio ai gestori per agevolare gli anziani meno abbienti, ma l’istituzione di una retta a carico di chi decidesse di fruire della struttura e dei servizi.
Su queste premesse, il Centro Anziani era stato appaltato alla cooperativa sociale Solidale, una struttura specializzata nel welfare con ben due sedi: quella legale a Pesaro e quella amministrativa a Cassano Jonio.
Tuttavia, il servizio non ha funzionato. Non, almeno, nella misura sperata: i dipendenti della cooperativa, superstiti a loro volta delle precedenti gestioni, sono finiti quasi tutti in mobilità. Di dieci lavoratori ne sono sopravvissuti in pratica due.
Ciononostante, sembrava che la china discendente fosse finita: in seguito al completamento di alcune modifiche strutturali, era pronto anche l’accreditamento regionale. E l’amministrazione guidata da Marcello Manna aveva dato le più ampie assicurazioni nel corso di un Consiglio comunale aperto, svoltosi cioè con la partecipazione dei cittadini interessati e dei lavoratori, avvenuto il 24 luglio.
Il colpo di scena si è verificato nove giorni dopo, quando, con una missiva indirizzata agli uffici del Comune, la cooperativa ha annunciato di voler recedere dall’appalto del Centro Anziani.
La motivazione della scelta è piuttosto pesante: «La cooperativa non è entrata in possesso delle autorizzazioni regionali al servizio».
Il retroscena sa di beffa: per velocizzare l’ottenimento dell’autorizzazione promessa dall’assessora regionale Federica Roccisano la coop aveva eseguito i lavori di adattamento della struttura richiesti dalla Regione e ne aveva defalcato l’importo dai canoni dovuti al Comune, che è il titolare dell’immobile del Centro Anziani.
La risposta del municipio è arrivata l’11 agosto: è una piccola missiva con cui l’amministrazione minaccia di denunciare la coop per interruzione di pubblico servizio nel caso in cui decidesse di mollare il servizio prima che l’amministrazione decida di riassegnarlo, in via d’emergenza o con un nuovo bando.
Dal successivo botta e risposta, si capisce che gli amministratori della cooperativa sono irremovibili: resteranno fino al 31 agosto, non un giorno di più.
Per questo motivo, i lavoratori prima e la Cgil poi hanno chiesto un incontro tra le parti, cioè con l’amministrazione comunale e i rappresentanti della cooperativa.
Il vertice dovrebbe tenersi a breve per tentare una via d’uscita dall’impasse, in cui ha un peso non secondario la situazione d’emergenza venutasi a creare.
Riusciranno i nostri eroi a raffreddare la patata senza farla scuocere?
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