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Invasioni 2019, Calcutta conquista Cosenza

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Pieno di pubblico per il concerto del nuovo idolo dei giovanissimi (e non solo…) durante la XXI edizione del festival calabrese. Sul palco con lui, Bartolini. Il dj set di Fabio Nirta conclude la serata

Edoardo D’Erme, in arte Calcutta, ha fatto tappa a Cosenza, il 20 luglio, durante il tour Evergreen (dal titolo del suo ultimo album) fresco reduce dal Milano Summer Festival, da Rock in Roma e Lucca Summer Festival. E giusto in tempo per partecipare al Festival delle Invasioni, giunto quest’anno alla XXI edizione. La produzione del live è stata curata della società Magazine Eventi in collaborazione con Be Alternative Eventi e Mk Live.

Calcutta sul palco di Invasioni

Lo pseudonimo Calcutta deriva dalla nome della band fondata dall’artista di Latina assieme a Marco Crypta nel 2007. In pratica, era duo che si muoveva tra l’indie e il cantautorato alla Lucio Battisti. Nel 2011, dopo l’abbandono di Marco, Edoardo ha deciso di usare il nome del progetto come proprio nom de plume e nel 2012 ha pubblicato per l’etichetta Geograph Records il suo primo disco: Forse…

L’anno seguente è la volta dell’ep The Sabaudian Tape. Nel 2015 pubblica Mainstream con Bomba Dischi, da cui è tratto il singolo Cosa mi manchi a fare. Edoardo si cimenta, inoltre, in un percorso di autore, di cui è un esempio il pezzo Mi hai fatto fare tardi, scritto per Nina Zilli.

Stesso discorso per le collaborazioni con Elisa in Se piovesse il tuo nome e con Giorgio Poi in La musica italiana, per finire con la più recente La luna e la gatta insieme a Takagi & Ketra, Tommaso Paradiso e Jovanotti.

Un momento del concerto di Calcutta

Lo scorso anno è uscito Evergreen, sempre per Bomba Dischi.

Torniamo al concerto cosentino. Calcutta è stato preceduto sul palco prima dal dj set di Fabio Nirta, dj, producer, promoter cosentino e membro del collettivo Psnzzt. A seguire si è esibito Giuseppe Bartolini, conosciuto solo come Bartolini, cantautore classe ’95 e membro del collettivo Talenti Digital, che ha proposto la sua formula musicale in bilico tra cantautorato italiano e new wave internazionale.

Sul palco, alle spalle di Calcutta, delle ragazze del coro e dei musicisti, è stato posizionato un grande videowall che ha permesso alla piazza la visione a 360 gradi sia del concerto sia di spezzoni dei videoclip dei pezzi cantati.

La folla assiepata sotto il palco di Calcutta

Si parte con Briciole primo brano dell’ultimo disco. Si prosegue per un paio di ore continue e senza interruzioni con Kiwi, Orgasmo, Cane, Milano, Limonata, Paracetamolo, Rai, Albero, Amarena, Nuda nudissima, Cosa mi manchi a fare, Oroscopo, Del verde, Sorriso (Milano Dateo), Arbre magique, Hübner, Le barche, Due punti, Gaetano, Saliva, Frosinone, Pesto.

I pezzi scorrono veloci, proprio come le storie raccontate attraverso metafore a volte sdolcinate e a volte romanzate. Dal più famoso «sento il cuore a mille»di Paracetamolo a «mi sono addormentato di te»di Pesto. Ma anche «raggiungermi è un orgasmo da provare»tratto da Cosa mi manchi a fare

Calcutta, stavolta in bianco e nero, durante il concerto

Storie di persone piene di dubbi e incertezze spesso mascherate da una sottile ironia degna di artisti quali Baustelle, Beatles oppure il già citato Battisti. Ad esempio la strofa da Orgasmo:

«Ah non lo sai che ieri ho comprato un’amaca/ ah non lo sai che non ci sono salito sopra/ ah non lo sai che ieri ho incontrato un’amica tua/ ah non lo sa che turututu turututu…». Versi da cuisi percepisce l’assonanza tra le parole amaca e amica e la semplicità di dare una notizia forte all’altra persona parlando del più e del meno, senza fretta e quasi per caso.

Un’immagine suggestiva dello spettacolo di Calcutta

La folla presente al concerto canta a squarciagola ogni singola frase dei brani, divenuti ormai dei tormentoni nell’ambito indie (e non solo) per adolescenti o post-adolescenti: i pezzi esprimono, infatti, le voci di più generazioni e le loro piccole.

A metà del concerto, Calcutta si esibisce nella cover di Se tu non torni da me, il brano di Miguel Bosé. Il suo infortunio al braccio non gli impedisce di esibirsi nei pezzi acustici, certo solo con l’aiuto della chitarra del suo amico e collega Gaetano.

Alla fine del live la folla si è spostata da piazza XV marzo alla Villa Vecchia per il dj set aftershow, curato sempre a cura da Fabio Nirta.

Calcutta si conferma, al terzo album è anche grazie a questo tour, scommessa vinta destinata a continuare il suo percorso artistico e musicale ricco di “Evergreen” capaci di rimanere nella storia della musica italiana accanto ai nomi dell’indie e del pop del passato.

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