Lei uscirà urlando. Gli Esperia rapiscono a tutto volume
Divertimento, rock tosto e ironia nell’ultimo videoclip del quartetto marchigiano sulla scena da oltre 20 anni
«Io non cambio direzione/dammi tutto il tuo veleno/e diverrò immune». Buttati così, questi versi suonano un po’ cervellotici, come tanta roba della vecchia new wave italiana (quella che Battiato non sopportava…).
Ma con le note giuste le cose cambiano: un bel riff potente, un cantato ironico e volutamente sgangherato, ed ecco che queste strofe diventano il coro di Lei uscirà urlando, il secondo singolo tratto dall’ultimo ep Tutti al party degli Esperia, un quartetto marchigiano in attività da poco più di vent’anni e giunto quest’anno al traguardo del quarto cd dopo diversi cambi di formazione.
In questo brano la band appare in gran tiro e sfodera un indie rock dalle venature punk di tutto rispetto. Precisa e martellante quanto basta la coppia ritmica costituita dal bassista (e, occasionalmente, violoncellista) Francesco Ripanti e dal batterista Mirko Lucarelli, tosto ed essenziale il riffing del chitarrista Lorenzo Cecconi, molto caratteristica la voce di Andrea Rossi. Il risultato è tutto da pogare e da canticchiare.
Non finisce qui, perché i marchigiani hanno accompagnato alla canzone un buon videoclip, realizzato dal videomaker Oscar Serio che ha fissato su pixel una trovata semplice ed efficace, in cui le riprese della band in azione si fondono con un mini racconto.
Ecco la storia in pillole: i nostri, esasperati dall’incapacità del loro fonico (interpretato dall’attore Rosario Di Giovanna) rapiscono il malcapitato, lo immobilizzano e lo bombardano di musica a tutto volume fino a fargli sanguinare le orecchie.
Non mancano i simbolismi: i quattro musicisti indossano delle maschere che simboleggiano i quattro continenti. Ed ecco che il batterista indossa una maschera maori in omaggio all’Oceania, il cantante è truccato da demone giapponese per rappresentare l’Asia, il chitarrista rappresenta l’America con una bella maschera della morte messicana e il bassista fa un doppio omaggio all’Europa con un riferimento nel trucco ai norvegesi Dimmu Borgir.
Non manca la chicca finale: sotto le maschere ci sono quattro belle ragazze, un palese riferimento ai maltrattamenti subiti dalle band femminili.
Voglia di divertire e divertirsi senza prendersi troppo sul serio, gli Esperia meritano l’ascolto.
Da ascoltare (e da vedere)
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