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Seviziarono un coetaneo, condannati quattro quindicenni

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È la prima condanna per il reato di tortura inflitta da un Tribunale italiano

Prima condanna in Italia per il reato di tortura: l’ha emessa il 3 luglio Tribunale dei Minori di Milano, nei confronti dei quattro quindicenni accusati di aver segregato e picchiato un coetaneo in un garage di Varese.

Lo ha confermato il procuratore del Tribunale dei Minori Ciro Cascone. La legge che ha introdotto in Italia il reato di tortura risale a poco più di un anno fa e, ha dichiarato il procuratore Cascone, «la cronaca giudiziaria ha registrato finora due sue applicazioni». La prima, «è l’ordinanza del 23 novembre 2018 del Gip del Tribunale per i minorenni di Milano» che ha portato all’arresto dei quattro giovanissimi, «e per la quale oggi il Gup ha emesso sentenza di condanna». La seconda, ha aggiunto Cascone, «riguarda i fatti avvenuti in provincia di Taranto», ovvero i sei minorenni «indiziati dei delitti di tortura aggravata, danneggiamento aggravato, violazione di domicilio e sequestro di persona».

Quattro anni e sei mesi al capo e quattro anni ad altri tre membri della banda: sono le condanne inflitte il tre luglio con rito abbreviato dal Tribunale dei Minoi di Milano ai quattro seviziatori quindicenni, che sono accusati di aver torturato il loro coetaneo, in con l’obiettivo era ottenere informazioni su un suo amico che la gang voleva rintracciare. La condanna più alta è stata inflitta dal giudice al minore ritenuto la mente del sequestro e del pestaggio del quindicenne, legato e picchiato con un bastone di ferro. A quanto è emerso era pronto a lasciare l’Italia con la madre prima di essere arrestato.

L’accusa aveva chiesto condanne per un totale di 21 anni di carcere, sostenendo che tutti e quattro i giovani imputati non abbiano mostrato segni di ravvedimento ed empatia con la vittima. Le difese avevano chiesto per i giovanissimi la messa in prova a cui la Procura minorile si è opposta, posizione sposata anche dal giudice.

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