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Il mondo non è un posto silenzioso. Parola dei Noveis

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Torna la pop rock band vercellese, con un album a cavallo tra rock vintage e brit pop rigorosamente in italiano

Il mondo non è un posto silenzioso. Parola dei Noveis, una pop rock band del Vercellese, che con questa frase ha intitolato la propria, recentissima quarta uscita discografica in circa diciotto anni di attività, più intensa dal vivo che in studio.

I Noveis sono un gruppo interessante dalle sonorità chiare e brillanti, che si ispira un po’ ai classiconi (Beatles e Stones in testa) e un po’ a gruppi postmoderni come Oasis e Coldplay.

Il sound è d’impatto, ma piuttosto elaborato, visto che la band propone una formazione a sestetto, composta dal cantante Massimo Benedetti, da Andrea Deregibus, che canta e si occupa della chitarra ritmica (e, già che c’è, cura anche il sito web della band, pieno di suggestioni poetico-letterarie non indifferenti), dalla bassista Lorenza Ronza, dal batterista Fabio Badano, dal chitarrista Umberto Capaldi e dal tastierista Matteo Sarasso.

La copertina di Il mondo non è un posto silenzioso

Completamente autoprodotto, Il mondo non è un posto silenzioso è una valida prova di maturità, caratterizzata dalla cura di arrangiamenti e testi, che risultano godibili e raffinati allo stesso tempo.

È solo un sogno apre l’album con sonorità vintage e richiami r’n’b che rimandano ai gloriosi Sessanta, grazie anche ai fraseggi del pianoforte e alle rapide incursioni della chitarra.

L’armonica a bocca e i suoni delle chitarre (arpeggiata quella elettrica, in strumming quella acustica), forniscono un tocco country folk all’impalcatura altrimenti pop di Questo tempo che muore, che culmina in un assolo di sax malinconico e ispirato.

L’organo e i riverberi elettronici danno colori notturni al rock blues di Il mio matrimonio, in cui dominano sonorità più rarefatte con qualche riferimento dub.

Un bell’arpeggio alla Byrds introduce Manifesto, una semiballad dalle fini sonorità elettroacustiche e dal sapore retrò.

Bisogno di niente è un pop rock dal contenuto esistenziale e dal sound che richiama un po’ il Ligabue vecchia maniera.

Il mondo che vuoi è un’ode alla nostalgia dall’impostazione soul, impreziosito dalla bella interpretazione di Benedetti.

Arriverà mescola con garbo suoni vintage (i riverberi delle chitarre e il piano elettrico e gli archi) a un approccio rock più moderno.

I tempi spezzati e le armonie in crescendo di Imperfetto a metà strizzano l’occhio al brit pop anni ’90.

La mia vita chiude l’album con le sue atmosfere notturne e malinconiche e con i ricami dell’elettrica che richiamano aggiungono un sapore indie alla melodia pop.

Con Il mondo non è un posto silenzioso i Noveis ribadiscono la loro particolare visione musicale, grazie alla quale il pop non è sinonimo di disimpegno e leggerezza. Anzi.

I richiami vintage non appesantiscono e risultano ben amalgamati.

Quanto basta per dedicare alla band piemontese più di un ascolto attento. Non si sa mai che si incoraggino a produrre di più…

Per saperne di più:

Il sito web dei Noveis

Da ascoltare:



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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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