Feelament, la nuova frontiera del metal russo
Hate Delivery è il primo album del quartetto moscovita guidato dalla bella e brutale Masha Balyasova: un concentrato di violenza sonora tra death e metalcore
Più che un nome, un gioco di parole: Feelament è senz’altro la storpiatura di filament, che in italiano vuol dire filamento.
Ma, così modificato, il termine fonde due concetti: sentire (feel) e lamento (lament). Nulla di più appropriato per la band moscovita, Feelament appunto, dedita dal 2014 a un groove metal-metalcore, cattivissimo e convincente.
Con una particolarità che dà la marcia in più: la procace Maria Balyasova, alias Masha, alias Masha Jesus, una cantante dall’ugola brutale, capace di escursioni nello screaming più atroce e nel growl.
Assieme a lei, massacrano i timpani e i nervi degli ascoltatori Timur Jabbarov, compagno della frontgirl e chitarrista dal riffing micidiale e dalle non indifferenti capacità soliste, il bassista Valerij Youshkevich, dotato di un tocco possente di derivazione thrash, e il batterista Nikita Ladygin, capace di un uso interessante della doppia cassa, soprattutto nei tempi più cadenzati.
Il frutto maturo di tanta capacità e cattiveria è Hate Delivery, il loro primo album prodotto da Max Morton, già alla consolle per big della scena metal contemporanea esteuropea come le ucraine Jinjer e Morton e Ignea.
L’album, che segue di tre anni l’ep d’esordio Feel The Moment, è un concept a metà tra il thriller e la fantascienza, dalle sonorità aggressive e taglienti.
Il minuto e mezzo di sonorità elettroniche e minimali di Intro crea l’attesa suggestiva per l’open track Power And Glory, quattro minuti di riff infernali e di urla feroci che riassumono l’approccio stilistico del quartetto russo: alternanza tra ritmi spediti e tempi cadenzati tipicamente death. Praticamente nulle le concessioni alla melodia.
Qualche apertura melodica è tuttavia presente in What’s The Price, uno dei due singoli apripista dell’album. In questo pezzo, caratterizzato da una grande complessità ritmica, con dinamiche estreme che vanno da rallentamenti doom e galoppate metalcore, la Balyasova dà prova di un camaleontismo vocale più che notevole: brava nelle parti cantate all’inizio e alla fine del brano, la frontgirl riesce ad eccedere in tutti i modi, sia con lo scream sia, addirittura, in alcune brevi parti hip hop a metà pezzo. Efficace anche l’assolo di Jabbarov.
La title track è un buon esempio di metalcore ben mescolato con passaggi cadenzati di matrice groove. Notevole il lavoro della sezione ritmica, soprattutto l’uso magistrale della doppia cassa. Anche in questo brano la cantante lascia il segno, passando dai suoi tipici timbri brutali a parti cantante di una dolcezza quasi surreale.
Efficacissima anche Trapped, che riprende la varietà sonora della canzone precedente, con maggiori spazi alle parti melodiche (soprattutto il bridge centrale, in cui le atmosfere diventano addirittura eteree).
Grande groove e respiro dinamico in Obsessed, che si snoda su mid tempos tellurici, che fanno da pedana a riff micidiali vagamente orientaleggianti e alle urla invasate della Balyasova.
Great Tragedy, il secondo singolo, è un altro caleidoscopio di generi, che vanno dai consueti groove-metalcore al death e al new metal, con qualche dettaglio psichedelico che non guasta affatto, anzi. Tosto ed originale anche l’assolo di chitarra, che mescola dissonanze a frasi neoclassiche.
Incurable Disease è un tuffo nel trash-death più violento, ma dai suoni decisamente ammodernati, che restituiscono all’ascoltatore un’atmosfera a dir poco parossistica e claustrofobica.
Chiude l’elettronica dilatata e minimale di Outro, che riprende e sviluppa il tema dell’Intro con la circolarità che si conviene a un concept.
Premiati da un certo successo negli store digitali e seguiti da un pubblico fedelissimo, i Feelament sono impegnati in un tour europeo, e, si apprende dai bene informati, starebbero prossimi a firmare per una label importante.
Che sia l’occasione buona per diffondere il loro particolare sound anche oltre la vecchia Cortina, che non è più di ferro, ma ormai decisamente metal?
Per saperne di più:
Il sito web ufficiale dei Feelament
Da ascoltare (e da vedere):
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