Nasce il supergruppo Anas-Fs e il sindacato bussa ai nuovi vertici
L’Orsa scende in campo: è tempo di cambiare i rapporti coi lavoratori e i loro rappresentanti
La fusione è cosa fatta. Ma ciò non vuol dire che la situazione interna del nuovo superpolo industriale misto, nato dall’assorbimento dell’Anas in Fs sia tranquilla per i nuovi dirigenti.
Infatti, giusto per ricordare che esistono anche i lavoratori e i loro problemi, sono intervenuti Enzo Di Vittorio, il segretario nazionale di Sav-Orsa, e Andrea Pelle, rappresentante di Orsa-Trasporti, due sigle autonome che fanno parte, appunto, della galassia di Orsa (Organizzazione dei sindacati autonomi e di base), in prima fila in non poche vertenze.
La domanda che si pongono i due esponenti sembra piuttosto banale: e ora che succede?
Non ha neppure l’aria della banalità la serie di proposte lanciate dal sindacato ai nuovi vertici dell’azienda: la presidente Gioia Ghezzi, l’amministratore delegato Renato Mazzoncini e il direttore delle risorse umane e dell’organizzazione. La stessa missiva è stata inviata, per opportuna conoscenza, all’Osservatorio sui conflitti sindacali presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e alla Commissione di Garanzia prevista dalla legge 146 del 1990.
La nuova azienda è uno dei più importanti raggruppamenti industriali italiani ed europei, grazie ai numeri acquisiti in seguito alla fusione: 81mila dipendenti e 44mila chilometri di strade, ferrate e non. Proprio per questo, scrivono Di Vittorio e Pelle, «c’è una grande aspettativa tra i dipendenti di Anas, che auspicano da ora in avanti un grande cambiamento, oltre che nell’assetto societario, anche nei comportamenti che hanno finora regolato i rapporti tra l’Azienda e i suoi dipendenti».
Detto altrimenti, i due rappresentanti sperano in rapporti un po’ meno autoritari rispetto al passato. Infatti, prosegue la nota: «I rapporti con l’Azienda non sono stati sempre facili per chi, come gli scriventi, cercano di dirimere nel merito alcuni temi importanti per il futuro di Anas: la trasformazione del dpr 1126 del 1981, l’elaborazione del nuovo modello di esercizio le regole delle relazioni industriali e la corretta applicazione del Contratto aziendale».
Sulla base di queste motivazioni Orsa ha chiesto più volte, in via formale e informale, un incontro con il management di Anas, ma «senza alcun risultato».
Infatti, «nessuna risposta è pervenuta, sebbene numerosi lavoratori abbiano accordato la loro piena fiducia a questa organizzazione sindacale».
Resta, pertanto, la speranza «che l’incontro con il nuovo gruppo possa rappresentare una svolta, anche per i lavoratori e questa è una condizione indispensabile per la riuscita della novazione industriale tuttora in atto».
Il primo passo di Orsa è una politica della mano tesa. Ora la palla passa ai nuovi vertici.
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