Flat Fifty, ovvero: il garage rock che vien dalla Laguna
No Panic è l’ultimo singolo del quartetto veneziano pieno di riferimenti psicanalitici e di sano divertimento
No Panic è l’ultimo singolo dei Flat Fifty, una band veneziana che mescola protopunk e garage con un pizzico di hard rock.
Girare il video tratto dalla canzone, che (a dispetto della saturazione del web), ha sfondato in poco tempo il migliaio di visualizzazioni su Youtube, è stato pesante, a sentire i membri del gruppo: il 2 settembre Luca De Gasperi, il videomaker di Studio Tales che ha realizzato il video, ha dovuto affrontare le peggiori avversità climatiche per effettuare le riprese in due locations di Mogliano Veneto. Perciò No Panic è un titolo più azzeccato perché allude anche a queste difficoltà.
Il contenuto della canzone, in realtà, è pieno di riferimenti psicoanalitici (e non a caso nel video fa capolino il tema del doppio): è un invito ad affrontare (e vincere) con abilità le proprie paure, come in una partita a scacchi. Quella, appunto, che la protagonista del video disputa con sé stessa in un casolare diroccato in aperta campagna.
Garbato e ironico, il brano si sviluppa su una formula orecchiabile ma non scontata, che si basa sulla successione tra strofe lente, bridge in crescendo e coro ritmato. Anche a livello di suono – dove riecheggiano le influenze di Franz Ferdinand, The Hives, Kinks e Buzzcocks – il risultato è gradevolissimo, grazie al contrasto efficace tra il cantato pop di Francesca Flat Gottardi, la cantante-chitarrista, proveniente dalle Rokkett Queens e i riff ruvidi del gruppo, composto dal chitarrista Tommaso Th Gerardo (ex Katana Bloom), dal batterista Douglas D’Este (ex Moofloni) e dal bassista Andrea Cene Cenedesi (Welkins), entrato nel gruppo a settembre.
Il quartetto si è costituito nel 2014 e ha all’attivo Foreclosure of the Past, un ep pubblicato lo scorso giugno.
Sempre a proposito di riferimenti colti, è il caso di chiudere con una citazione: il nome della band, Flat Fifty, richiama un celebre non luogo letterario: il famigerato appartamento 50 del Maestro e Margherita di Bulgakov, dove aveva preso alloggio il diavolo nel suo soggiorno a Mosca. Ma questa è un’altra storia.
Per il momento, divertiamoci pure con le bizzarrie artistiche della band veneziana. Ascoltarli e vederli in azione è un vero piacere.
Da ascoltare (e vedere):
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