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Il vento nei pennelli. Intervista a Franco Azzinari

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L’artista calabrese di ascendenze albanesi racconta sé stesso: dalla “fuga” in Francia dove esordì come pittore “di strada”, al successo internazionale. E al ritorno in Calabria, dove ha realizzato un museo di proprie opere ad Altomonte

I dipinti del maestro Franco Azzinari, classe 1949, sono molto suggestivi e rimandano a un figurativo espressivo raffinato, dal tratto veloce. Non a caso Azzinari è definito pittore del vento.  I soggetti che lo hanno reso noto sono i campi enormi di grano, prati verdi con papaveri e numerosi ritratti, di grandi dimensioni, fatti a personaggi noti come Gregorio Fuentas, il marinaio di Hemingway, il presidente Fidel Castro che ha posato per lui, Gabriel Garcia Marquez suo estimatore e amico. Colpisce nei ritratti l’espressione degli occhi, sguardi vivi e profondi che mettono in risalto la personalità dei soggetti.

Brezza di vento, opera del maestro Franco Azzinari

La pennellata è densa e corposa e nei paesaggi dove campeggiano le spighe di grano o i fili d’erba piegati dal vento, le linee diventano morbide, soft e non mancano gli effetti plastici nei giochi di  volume e profondità.  La singolarità dell’opera di Azzinari è la riproduzione dal vero personalizzata lontana dagli impressionisti o espressionisti. Il suo stile è unico ed è stato molto copiato.

Azzinari è nato come si suole dire con la matita in mano, in un piccolo paese della Calabria, San Demetrio Corone in provincia di Cosenza Ho avuto il piacere di conoscerlo dieci anni fa dopo aver visitato il suo museo ad Altomonte e da quel giorno ho sempre tenuto d’occhio la sua attività artistica.

In una nostra conversazione telefonica mi racconta che dopo la morte dei genitori decise di emigrare per raggiungere il fratello più grande in Francia.

Gli ho chiesto in che modo e quando ha scoperto di essere un artista talentuoso. Lui mi ha raccontato la sua vita artistica, e alcune tappe che lo hanno portato sulla strada del successo nel mondo dell’arte.

«Ho sempre disegnato da piccolo, ma appena ho avuto la possibilità economica ho iniziato anche a dipingere.  I colori erano cose da ricchi, cosi un giorno, non avevo ancora la maggiore età, decisi che dovevo guadagnare e lavorare e raggiunsi mio fratello a Parigi. Giunto a Parigi ho iniziato a lavorare ovunque, e, fra un lavoro e l’altro, dipingevo in strada come facevano gli altri pittori francesi. Frequentavo gallerie d’arte e mi recavo appena possibile al Louvre per guardare le opere dei grandi maestri. Sentivo dentro di me di avere talento e l’ho scoperto a Parigi. Ogni giorno che passava diventavo sempre più bravo, tanto da guadagnare molto facendo il ritrattista di strada.

Quando sei rientrato in Italia per fare una mostra?

Nei primi anni settanta andai a Lerici in Liguria, dove allestii la mia prima personale nella Galleria La Cattedrale. A Lerici ho abitato in una casa in affitto di proprietà di Mario Soldati; mi ricordo che mi voleva scrivere una recensione della mostra, ma non ne capii l’importanza e lasciai perdere. Ho capito tardi l’importanza delle recensioni critiche. La mostra fu un successo ho venduto molto bene. Poi sono andato a Milano, e ogni tanto, con altri colleghi artisti figurativi, ci incontravamo la sera nella Latteria a mangiare qualcosa e a parlare di arte e mostre. Erano tempi belli, c’era spontaneità nelle relazioni e tanta voglia di fare. Dopo qualche anno iniziai a viaggiare verso l’Estremo Oriente, poi l’America, il Brasile e negli anni novanta Cuba.

Sei un artista che ha respirato diverse culture cosa pensi dell’arte?

Penso che è importante formarsi con dei maestri validi senza essere gelosi di nessuno. Viaggiare mi ha reso l’uomo che sono oggi, contento e sereno da dire che rifarei tutto allo stesso modo.  L’arte è parte integrante della mia vita. Ritorno spesso in Calabria dove dipingo molto e sinceramente mi piacerebbe che i giovani amanti dell’arte avessero voglia di vedere come lavoro. Ho fatto mostre molto importanti di cui sono fiero e spero di poter organizzare ancora per molto tempo rassegne interessanti dove inserisco anche la moda.

Il Comune di Altomonte ti ha donato gli spazi di Torre Pallotta per allestire un museo con le tue opere. Ne è soddisfatto?

Certamente. Ci sono stati i restauri ma presto tornerà a funzionare come museo e riprenderemo le attività espositive.

Pieno di voci nel vento, altra opera del maestro Azzinnari

Azzinari è impegnato in una mostra personale a San Marzano, nel Tarantino, che resterà allestita fino al 14 ottobre. A lui i migliori auguri per un altro successo.

(a cura di Carmelita Brunetti)

 

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