Gioeli-Castronovo, due big italoamericani provano la scalata all’Olimpo del rock
Il cantante di Axel Rudi Pell e il batterista dei The Dead Daisies esordiscono con Set The World On Fire, una perla dell’hard rock melodico contemporaneo
Canta in inglese, piuttosto americano, ma parla e pensa soprattutto italiano. E non solo perché sono italoamericani i due protagonisti.
Parliamo di Johnny Gioeli (al secolo Giovanni Giuseppe Baptista Gioeli), talentuosissimo cantante approdato alla corte del virtuoso teutonico Axel Rudi Pell dopo una lunga militanza nel metal melodico culminata nell’esperienza degli Hardline assieme al mitico Neal Schon dei Journey.
E parliamo di Deen Castronovo, il batterista virtuoso che ha suonato per i virtuosi (da Tony MacAlpine a Steve Vai) e per quelli che contano, dai Journey ad Ozzy Osbourne al nostro Vasco Rossi e ora milita nei The Dead Daisies.
No, Set The World On Fire, il curioso – ed efficacissimo – progetto messo assieme dai due musicisti, pensa e parla italiano, perché sono italiani doc i membri della band che li accompagna: il tastierista-compositore-produttore Alessandro Del Vecchio, eminenza grigia del rock melodico internazionale, il chitarrista Mario Percudani e il bassista Nik Mazzucconi. Italiana, inoltre, è l’etichetta discografica che ha messo assieme i due italoamericani e cucito loro addosso il progetto: la solita Frontiers Records, che ha deciso di dettar legge in tutte le possibili diramazioni del rock serio, dall’aor al thrash metal.
Dati i presupposti, i due non cantano certo That’s Amore, ma rispolverano l’aor che avevano suonato assieme al fianco di mr. Schon in Double Eclipse (1992), la prima prova degli Hardline prima che si sciogliessero per risorgere a inizio millennio sempre sotto gli auspici della Frontiers con una nuova formazione, capitanata da Gioeli ma senza Schon né Castronovo.
Storia complicata? Certo, come lo sono le storie di tutti i virtuosi.
Veniamo all’album: senza le iperboli usate da chi lo ha recensito finora, si può dire che Set The World On Fire è il classico disco che trasforma le premesse in ottimi esiti e, cosa assai importante, dà un risultato artistico che corrisponde alla somma dei fattori.
Detto altrimenti, è un gran bell’album, congegnato bene, arrangiato meglio e suonato come Cristo comanda.
Ovviamente, non aspettatevi assoli funambolici, parti in screaming e tempi dispari eseguiti con la doppia cassa: l’aor, ché di questo soprattutto si tratta, ha delle regole serie che ammettono anche i virtuosismi, ma senza esagerare.
Aor ma non solo: infatti, Set The World On Fire (la canzone) apre l’album nel segno del power metal melodico a metà strada tra gli Stratovarius e i Sonata Arctica. Tosto il riff di tastiera e chitarra, tiratissima la batteria ed epico e arioso il refrain. Non manca un efficace assolo di Percudani a ricordarci che, quando vogliono, loro fanno sul serio anche col metal vero.
Minore potenza ma uguale classe in Throug, un hard rock melodico in cui emergono gli influssi dei Bon Jovi prima maniera e dei Journey. Melodia sognante cantata da Gioeli e Castronovo che si alternano ai microfoni come Paul Stanley e Gene Simmons nei classici dei Kiss.
Who I Am è la classica ballad americana suonata in crescendo, da ascoltare con gli accendini accesi, in memoria dei tempi in cui ai concerti si fumavano anche le sigarette.
Aor epico in Fall Like An Angel, in cui si rifà sentire la lezione degli Hardline.
It’s All About You è il lentone elettroacustico che in un album del genere non può, non deve mancare: attacco dolce con chitarra acustica, piano e archi, crescendo ma non troppo con chitarrone e tappeti di tastiere. Se chiudete gli occhi vi potreste trovare nel bel mezzo di una scena di uno di quei film con Michael J. Fox. Anche in questo caso, il nume tutelare è il Bon Jovi che strizzava l’occhio al pop metal e non sognava ancora di diventare lo Springsteen de’ noartri per recuperare le ragazzine degli anni ’80 nel frattempo diventate milf.
Need You Now è un altro pezzone di hard rock melodico, in cui la bella guest star Giorgia Colleluori non ingentilisce troppo ma fa a gara coi maschietti a chi esibisce la timbrica più tosta.
Americanissima, al limite dell’adolescenziale, Ride Of Your Life, in cui la melodia scanzonata si regge su un tappeto ruffiano di pianoforte e chitarrona.
Mother è una ballad dal grande respiro dinamico e con un bellissimo coro, a metà tra i Toto e i Queen. Romantica e dolce come tutto ciò che si dedica alle mamme.
Walk With Me rispolvera le melodie alla Journey con suoni più moderni e cambi di tempo e atmosfera ben interpretati da Gioeli. Notevolissimo l’assolo di Percudani.
Need You Now è un’americanata di gran classe, in cui un bel riff alla Survivor lancia un refrain degno dei migliori Toto.
Le melodie epiche si fanno spazio di prepotenza in Remember Me, in cui l’impostazione hard convive con il cantato più pop. Ciliegina sulla torta, un assolo di chitarra sporcato dal wha wha che crea un piacevole contrasto col contesto più griffato.
Chiude le danze (si, Set The World On Fire si può anche ballare, a tratti) Let Me Out, una ballad per voce, chitarra acustica e tappeti di tastiera. Un feeling intimista per addolcire le cavalcate che abbondano, nei limiti dell’impostazione complessiva dell’album, si capisce.
Col loro riuscito esperimento in duo, Gioeli e Castronovo dimostrano che gli anni ’80 non sono una nostalgia bensì uno stato d’animo.
C’è da sperare che i numerosi impegni artistici lascino ai due quel po’ di tempo che basta per portare sul palco anche questo progetto. Perché quando si ha a che fare con musicisti di questa caratura e con pezzi così belli un bel concerto è proprio quello che ci vuole.
Da ascoltare (e da vedere):
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