Contro Blue Whale, ovvero: il ritorno di Padre Fedele
L’ex religioso lancia la sua campagna contro il micidiale gioco di ruolo che miete vittime tra i giovani attraverso la rete
Da mesi non fa più l’assessore nella sua Cosenza, dove gestiva molte deleghe che riconducevano a un’unica materia: il welfare. Ma Fedele Bisceglia, che per i cosentini continua ad essere Padre Fedele, non si dà per vinto. Continua imperterrito, da un angolo del centralissima corso Mazzini, la sua attività missionaria con lo stesso piglio aggressivo con cui gestiva gli ultrà del Cosenza Calcio dalla Curva del San Vito e in trasferta e con la stessa caparbietà che gli ha consentito di resistere a dieci anni di processo per uno scandalo poi rivelatosi inconsistente e finito nel nulla.
L’obiettivo dell’ex religioso, stavolta, è Blue Whale, il terribile gioco di ruolo virtuale che spinge chi vi partecipa a diventare carnefice e vittima dei propri compagni di gara, istigandoli all’autolesionismo e al suicidio o subendone le istigazioni.
Contro questo gioco mortale, Padre Fedele lancia un triplice appello: ai sacerdoti, ai genitori e ai ragazzi, di cui riportiamo le frasi più salienti.
Ai suoi colleghi della Curia, l’ex cappuccino parla senza mezzi termini: «Non sono vescovo e quindi non posso imporre nulla a voi fratelli, però sono un sacerdote in eterno e come tale ho il dovere di annunziare il Vangelo», cioè, in questo caso, di esortare alla lotta contro il nuovo mostro. Blue Whale, prosegue Padre Fedele, «è un gravissimo fenomeno diabolico, un invito alla distruzione che cammina di pari passo con il bullismo». E aggiunge: «Dobbiamo aggiornarci sulle strategie del diavolo che inventa nuove e micidiali azioni rivolte ai giovani».
Il tono si fa più duro nei riguardi dei genitori: «Sono un sacerdote da marciapiede e conosco bene le abitudini dei vostri figli che fino a notte inoltrata si riuniscono in vari punti della città conversando fra loro con sigarette, canne e birra in mano. Quali sono gli argomenti della conversazione? Svariati, a volte strani. Sicuramente non parlano di ideali e di programmi futuri. Mi fermo, dialogo con loro, sfruttando la passione. Voi, cari genitori, dove siete, quando rincasano i vostri figli? Quando dialogate con loro? Quando cenate insieme? Un consiglio: vegliate sulle loro abitudini, monitorate i loro atteggiamenti, ma, soprattutto, parlate con loro. Non è la quantità del vostro tempo che fa la differenza, ma soprattutto la quantità». Già: «I vostri figli non sono Maria Goretti e Luigi Gonzaga. Proprio per questo, chiedetevi: se la vittima di questo mostro fosse in casa vostra?».
Più paterno e delicato verso i giovani, Padre Fedele rievoca nel suo messaggio il proprio passato da scalmanato capo ultrà: «Abbiamo preparato coreografie, tifo, trasferte, mangiato assieme, vi ho condotto in Africa, sono stato e sono come un vostro papà». Ora, incalza l’ex cappuccino, «sono molto preoccupato: voi ultrà più grandi dovete essere maestri di vita. Vigilate, vegliate sui social dei vostri figli. Ostacoliamo questo diabolico gioco che ha già mietuto decine di vittime».
Blue Whale, alla lettera, vuol dire Balena Blu. Forse Padre Fedele non ha il fisico del baleniere, anche perché gli anni passano per tutti. Però la passione c’è e si sente: senza l’odio di Capitan Achab ma con la consapevolezza che il mostro è mortale come Moby Dick..
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