I Dimonra e le nuove frontiere dell’alternative metal
Seconda prova in studio per il quartetto milanese, nuova cult band dei circuiti underground
Forse la ricetta non è nuovissima: voce femminile ultramelodica, riff potenti, ritmica squadrata e non priva di finezze. Però i milanesi Dimonra, attivi dai primi del 2016, dimostrano di avere idee e obiettivi chiari.
Il bilancio del quartetto, che vanta anche un’intensa attività live, non è da poco: due ep in meno di un biennio, l’esordio Evil, pubblicato il 24 novembre 2016, e il recentissimo Violent Paranoia, uscito a metà aprile.
Tre brani potenti, caratterizzati dall’efficace contrasto tra la voce melodica e a tratti delicata di Memori e la potenza di tutto il resto. Il sound è tosto ma pulito, in perfetto equilibrio tra frenesie urbane e intimismo.
Tre brani da ascoltare più volte, in cui musica e contenuti risultano bilanciati per rendere al meglio la formula espressiva che ha reso i giovani meneghini una cult band.
La title track sintetizza al meglio la formula: strofe pop accompagnate da un riff tostissimo, bridge aereo, in cui la vocalist sussurra un haiku che allude ai petali di rosa, stacco strumentale forte, con un bell’assolo della chitarra di Hale e un giro di basso di XV che si diverte a citare Steve Harris.
Gran lavoro di insieme anche per Sick?, che parte con un controtempo spiazzante a cui segue uno stacco semiacustico dal cantato evanescente che sconfina nella recitazione e poi il crescendo, fino all’esplosione strumentale. In questo brano, più che nel resto, si fa notare il drumming fantasioso e preciso di Chance, che picchia come un dannato ma senza oscurare le dinamiche del brano, che evolve su una linea melodica originale.
Riferimenti più espliciti al post punk e alla new wave emergono in Flash Mob, il brano conclusivo dell’ep: vaghi accenni orientaleggianti si snodano su una ritmica impazzita, in cui XV si diverte a slappare sui controtempi di Chance.
I temi? Li si potrebbe definire cyberpunk contemporaneo: il disagio della realtà metropolitana che porta alla follia (Sick?), la voglia di azzerare il tempo e, se possibile, tornare indietro (Violent Paranoia) e l’incitamento alla rivolta, non importa in nome di che cosa, pur di ritrovare la propria autenticità (Flash Mob).
Più pulito e squadrato dell’esordio, il sound dei Dimonra lima le sovrastrutture a favore di un impatto immediato di grande effetto sul palco, almeno a giudizio di chi ha potuto vederli in azione.
Nato da un’idea dell’androgino e palestrato XV, il progetto Dimonra, che unisce musicisti di varia provenienza, promette bene. Non resta che aspettare il loro esordio su cd completo. Nel frattempo, val la pena di seguirli e di ascoltarli: non sono la solita band metal con femminuccia costretta a fare la virago o la soprano. Sono i Dimonra e basta. Scusate se è poco.
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