Conferenze e mostre d’arte per sondare il più grande enigma della psicanalisi nella sesta edizione della celebre manifestazione culturale tedesca

Scoprire i lati più profondi della personalità e capire meglio la propria identità?

Non è facile, soprattutto, nella nostra epoca bersagliata dalla virtualità  e dall’uso improprio dei social network che possono diventare specchio di molteplici vite o, per dirla con Pirandello, Uno nessuno centomila.

Vogliamo capire di più sul significato di identità? A questo scopo si è svolto in Germania, precisamente nella città di Hannover, dal 20 al 24 giugno scorsi, un ciclo conferenze e due importanti mostre: Oltre lo specchio – il sé imperfetto.

Il tutto all’interno del sesto Festival della Filosofia organizzato da Assunta Verrone e Peter Nickl con l’aiuto di una squadra di validi collaboratori.

Nelle quattro giornate si è assistito a conferenze di relatori di fama internazionale e di artisti desiderosi di far riscoprire al pubblico la bellezza dell’Io, che seppur frammentato – come dice il motto del festival, i tre quarti dell’Io – ha un forte potere sulla psiche, tanto da trasformare la vita delle persone afflitte dal malessere sociale in una vita  votata alla bellezza e al bene e non al male.

Dalla filosofia alla letteratura le riflessioni aperte sullo studio delle identità ci avvicinano alla psicologia e alla consapevolezza che il concetto di identità non è unitario come affermava lo psicanalista Erik Erikson: «L’Identità personale è la consapevolezza da parte dell’individuo di un senso di Sé constante e continuo nel tempo e nel riconoscimento e accettazione del Sé da parte della comunità».

Fra i tanti relatori provenienti da tutta Europa, spicca un nucleo agguerrito di italiani: Stefano Ferrari (Bologna), Mona Lisa Tina (Bologna), Salvatore Principe (Campobasso). Chiara Santucci Ganzert (Munster-Roma). Un tutto nel mondo della filosofia per cercare di capire chi siamo e riflettere sul senso della nostra esistenza.

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