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L’intelligence? Ora va anche a teatro

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Caligiuri presenta il suo “Intelligence e magistratura” ne “Il Piccolo” di Castiglione Cosentino

A dispetto del titolo lunghetto e non facilissimo il libro è agevole e di impatto. Intelligence e Magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria (Rubbettino 2017) è l’ultima fatica, il quarto libro in meno di un anno, di Mario Caligiuri, docente di prima fascia all’Università della Calabria e organizzatore del primo master accademico italiano sull’intelligence, ed espone una tesi controcorrente e nuova, tale soprattutto per i nostri ambienti accademici, sul mondo dei servizi segreti.

Spiegata dal vivo questa tesi rende ancora di più, come ha potuto constatare il pubblico che venerdì sera ha assistito nel teatro Il Piccolo di Castiglione Cosentino alla presentazione del volume, fatta a due voci dall’autore e dal giornalista Saverio Paletta durante un appuntamento della rassegna Libri in Teatro, organizzata, appunto, da Il Piccolo. Giusto il tempo dei saluti istituzionali – portati da Fernando Principe e Tonino Russo, rispettivamente vicesindaco e consigliere ed ex sindaco di Castiglione – e il dialogo tra i due è partito subito, spedito e serrato.

Quali sono le tesi di Caligiuri? E Perché sono state inserite in un libro dal taglio divulgativo?

«L’intelligence», ha spiegato tra le altre cose il prof dell’Unical, «è innanzitutto un metodo che oggi non riguarda solo gli Stati e le istituzioni politiche, ma è uno strumento indispensabile anche e soprattutto per i cittadini». Tutti dobbiamo diventare degli 007? «Magari non proprio come il protagonista del film, che è un mito letterario, tuttavia la padronanza dei metodi dell’intelligence, che può essere alla portata delle persone di cultura che desiderano cimentarvisi, è importante: viviamo nella società della disinformazione, caratterizzata e in parte creata ad arte dall’eccesso di notizie e in cui saper valutare la qualità delle conoscenze di libero accesso è importantissimo. Non soltanto per i decisori politici, ma anche per gli operatori economici e, perché no? Per i comuni cittadini che magari sono chiamati a fare scelte importanti e devono saper distinguere nella massa, infinita e quasi informe delle informazioni disponibili».

Anche in Intelligence e Magistratura Caligiuri riprende il concetto chiave a cui è dedicato il suo Intelligence e scienze umane: per lui l’intelligence si risolve essenzialmente in un sofisticato know how su basi empiriche, cioè in una tecnica della conoscenza che ha un fine ben preciso: la sicurezza.

La sua è una preoccupazione civile che si fonda su una consapevolezza storica: «La sicurezza è la base di tutto. Senza di essa non c’è diritto, non c’è legalità, non c’è privacy. Lo Stato e, più in generale, gli organismi politici hanno una funzione essenziale: creare quelle condizioni di sicurezza senza le quali non può esistere la vita civile da cui deriva tutto».

E i rapporti tra 007 la Magistratura? Anche in questo caso il prof è incisivo: «La Magistratura si occupa ovviamente della sicurezza attraverso l’applicazione delle leggi, che è la sua funzione. Invece gli agenti dell’intelligence tutelano la sicurezza riferendo direttamente all’autorità politica: da ciò le divergenze, che a volte sono sfociate in conflitti».

In merito a quest’ultimo aspetto, Caligiuri ha sfatato alcuni luoghi comuni sorti in seguito a alcuni episodi, che vanno dalla strategia della tensione alla presunta trattativa Stato-mafia: «A differenza di tangentopoli, manca una verifica tra le accuse rivolte agli operatori dei servizi e gli esiti finali dei processi. Di sicuro casi a eclatanti, che hanno visto anche la caduta di governi della Repubblica, non è seguita nessuna condanna definitiva.». Il resto, cioè gran parte della letteratura storico-giornalistica, è «stato anche il prodotto di un’egemonia culturale della sinistra, che ha in effetti finora condizionato il dibattito storico». 

A guerra fredda finita, tuttavia «le priorità sono altre e le sfide molto più delicate: si pensi solo alla criminalità organizzata e al terrorismo: proprio per questo è indispensabile la collaborazione di questi due poteri dello Stato».

Un dibattito intenso su un argomento delicato. Che, dopo aver diviso per anni l’opinione pubblica, oggi attira l’interesse di molti. E il successo di iniziative culturali ed editoriali come quelle di Caligiuri lo ribadisce.

(Si ringrazia Daniele Carrà per la foto)

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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