E le melodie di Wonder suonano jazz
Moroni e Ionata interpretano il re del soul sulle assi del Piccolo di Castiglione Cosentino
Pubblico numeroso ed entusiasta, un’ora e mezza di musica tirata, senza pause e cedimenti. Giusto qualche piccola spiegazione, condita a volte da aneddoti e a volte da battute, per rilassare il pubblico e prepararlo al brano successivo.
La platea del teatro Il Piccolo di Castiglione Cosentino ha applaudito Two for Stevie, sabato scorso un duo d’eccezione, costituito da Dado Moroni, uno dei cento migliori pianisti jazz al mondo, e da Max Ionata, uno dei migliori sassofonisti jazz italiani.
Due condottieri del jazz al servizio dell’imperatore del soul (o del funky: fate un po’ voi), sua maestà Stevie Wonder.
Two for Stevie, il progetto musicale del duo, è infatti dedicato al grande artista afroamericano, di cui sono state riproposte undici cover in un album omonimo del 2015. Tuttavia, parlare di cover non è del tutto esatto, come ha fatto capire Moroni conversando con il pubblico del Piccolo: il pianista ha usato il verbo improvvisare non a caso, visto che gli hit di Wonder, nelle mani dei due artisti, sono diventati degli standard veri e propri.
Ed ecco che, per fare un esempio, Isn’t she lovely è stata riplasmata in un blues non troppo convenzionale, mentre, per fare un altro esempio, Dont’ you worry about the things («La colonna sonora di una nostra vacanza in Sardegna», ha raccontato il pianista) è diventata un controtempo dalle armonie dilatate e stravolte dal fraseggio serrato di Moroni su cui il sax di tenore gioca di fioretto. A riprova, per parafrasare il titolo del brano, che i due non si preoccupano d’altro che di rispettare lo spirito dei brani, di cui invece si divertono a stravolgere la forma.
Ma le sorprese non sono finite qui: ogni tanto Moroni mollava il pianoforte per imbracciare il contrabbasso, su cui ha esibito una tecnica piuttosto aggressiva: non si è limitato a pizzicare, ma ha tirato le corde alla grande, per dare ai brani lo stesso tiro che darebbe un bassista elettrico.
«Sembrano il gatto e la volpe», ha commentato compiaciuto uno spettatore. E, in effetti, l’accoppiata è piuttosto sui generis: serio e veemente il pianista (che, mentre dà di matto sulla tastiera arriva a sollevare lo strumento, un pianoforte a coda non proprio leggerissimo), gigione e ironico il sassofonista.
Moroni e Ionata non sono solo bravi quando suonano, ma anche quando la raccontano. «Il blues è all’origine di tutto», ha commentato Moroni. «Anche di Fedez», ha risposto Ionata, trasformando la presentazione in uno sketch.
La musica, invece, non è proprio da ridere: al massimo fa sorridere, quando dalle armonie complesse del duo emergono quelle melodie celebri che emozionano e solleticano la memoria.
Tutto questo è possibile, anzi si verifica puntualmente quando gli interpreti hanno la capacità e la sensibilità di affrontare il pop senza imbarocchirlo e, viceversa, senza svilire il proprio linguaggio jazz.
Giusto un medley come bis, accompagnato dagli schiocchi delle dita del pubblico, è il concerto è terminato tra gli applausi.
Two for Stevie è il concerto con cui è iniziata la seconda edizione della rassegna Jazz da Gustare del teatro Il Piccolo di Castiglione Cosentino, diretta dalla pianista Maria Letizia Mayerà.
Il prossimo appuntamento è per il 25 marzo con Jazz Ideas and Songs, il progetto musicale del chitarrista Pietro Condorelli, nella sua unica data calabrese.
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