Centrum Naturae, ovvero: la casta estasi della nudità
Un docufilm immortala la performance di Mona Lisa Tina e Giovanni Gaggia
Da poche settimane si è conclusa Arte Fiera a Bologna, che ha registrato 48.000 visitatori e tanti eventi di arte contemporanea di alta qualità. Ha suscitato grande interesse, sia per il contenuto artistico sia per la tematica sociale, la proiezione del docufilm Centrum Naturae, tratto della performance di Giovanni Gaggia e Mona Lisa Tina. Parlare di Gender Bender ancora oggi desta perplessità e spaesamenti, soprattutto, per chi non è addetto ai lavori. In prima battuta, questo termine ci riporta alla serie televisiva Futurama. Ma, subito dopo, ci si ferma a riflettere e si comprende che si tratta di tematiche importanti legate alle diversità di genere dal maschile al femminile e viceversa. Il docufilm è stato proiettato a Cassero Lgbt center in via Don Minzoni con la presenza del codirettore per le Arti visive dell’associazione culurale Tenuta dello Scompiglio di Lucca Angel Moya Garcia, della docente di Antropologia culturale di Bologna Cristiana Natali e del direttore artistico del festival internazionale Gender Bender Daniele del Pozzo.
Il video, dal contenuto molto forte e coinvolgente, ha le musiche di Roberto Paci Dalò e le riprese di Simona Bramati. Questa proiezione ha voluto far immergere lo spettatore nell’universo della bellezza del corpo, nell’essere solo corpo, e nelle difficoltà comunicative che esso manifesta in alcune circostanze, come ad esempio relazionarsi all’altro. Tanti simboli e significati ci aiutano a comprendere la performance presentata nel video dai due artisti Gaggia e Tina uniti dalla volontà di scoprire il valore in sé del corpo. Le scene dei due artisti sono di nudità: durante l’atto performativo una terza persona spalma uno strato di colore scuro su entrambi i corpi per disperdere l’identità sessuale e far prevalere l’aspetto interiore dei due corpi nudi che si abbracciano e desiderano far vibrare l’anima di chi osserva. L’ azione corale non è volgare o erotica, ma dolce e carica di emozioni. Questa performance è stata presentata per la prima volta ad agosto 2014 all’interno della ex chiesa di Santa Maria Maddalena a Pesaro e curata da Roberto Paci Dalò.
Perché si è scelta una chiesa sconsacrata come set per il docufilm? Il titolo della performance, Centrum Naturae, ne contiene il motivo. Spieghiamolo meglio: i due corpi si sono distesi per terra al centro della navata in corrispondenza della cupola creando così un magico legame fra terra e cielo, un voler dunque far prevalere, in tutta l’azione performativa, l’interiorità dei corpi, dell’anima, in una sola parola di una rinascita del corpo. I due artisti hanno concluso l’azione lavandosi i corpi al mare al chiaro di luna. Gli spettatori, inevitabilmente, si sono portati a casa un’esperienza unica e forse ciascuno di loro ha provato più amore per il proprio corpo e per la propria identità. I due artisti lavorano spesso insieme e questo video diventa una operazione artistica raffinata e unica nel suo genere.
Carmelita Brunetti
10,529 total views, 2 views today
Comments