Bordersville, la sfida dei Soundeep a superare i limiti
Hardcore potente e tirato nel secondo disco della band veneta, che si conferma come gruppo di punta della scena underground
Bordersville è il titolo del secondo disco dei veneti Soundeep, pubblicato da Duff Records nel cuore dello scorso inverno e reperibile in tutte le piattaforme streaming.
Le quattro tracce che compongono questo ep sono state registrate lo scorso anno al Gipsy Studio di Sandrà (Vr) e missate da Totonno Nevone presso lo studio dell’etichetta indipendente calabrese.
La band si è formata nel 2014 ed è costituita da Luigi Cilla, cantante e batterista, dai chitarristi Jacopo Papo Franzoi e Daniele Solfa e dal bassista Andrea Sonzio, tutti provenienti da gruppi molto attivi nei circuiti underground e alternativi, quali Garage e Money Punx. L’esordio risale al 2016 con The Shades Of All Your Eyes.
Bordersville significa alla lettera La città dei confini. Ma quest’espressione, in bocca alla band veronese, suona come una sfida, visto che i quattro artisti si prefiggono di sfasciarli, questi confini, intesi sia in senso fisico che culturale (e territoriale).
Allo scopo, i Soundeep si servono di sonorità tostissime, a cavallo tra il punk rock più tradizionale e l’hardcore.
Apre l’ep Picture And Frame, già incluso in Duff Records Vol.2 della primavera dello scorso anno: riff adrenalinici e immagini forti evocati nel testo, che descrive l’attuale condizione di declino e incita a cercare un modo per risalire.
Segue il singolo apripista We Are A Horde. E già del primo verso è facile intuire il tiro e lo spirito del pezzo: «Anger pull out the anger» (Rabbia, tirate fuori la rabbia), un invito a lottare per i propri diritti e a non rimanere inermi.
Introdotto da una melodia di piano. This Letter chiude l’album con un messaggio di speranza, forse rivolto a un amico lontano nel tempo e nello spazio.
In meno di un quarto d’ora i Soundeep forniscono agli ascoltatori un’efficacissima sintesi della loro visione musicale.
Una folata di vento che lascia il segno ma che passa, forse, troppo rapidamente.
Da ascoltare:
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