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Giorni di Gloria

Giorni di Gloria, il punk tricolore che sa di California

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Pezzi tiratissimi e melodici al tempo stesso nell’ep d’esordio del quintetto marchigiano, che canta in italiano ma guarda oltreoceano

I Giorni di Gloria sono un quintetto punk marchigiano fresco d’esordio con un ep omonimo uscito alla fine dell’inverno appena trascorso per la Duff Records.

La band si è formata nel 2016 come trio, composto dal cantante Fabio Salvi, dal batterista Thomas Staccoli e dal chitarrista Luca Mariotti. A loro si uniranno prima Jacopo Piermaria alla chitarra e Davide Monari al basso. 

I Giorni di Gloria al completo

I quattro pezzi che costituiscono il mini album sono tiratissimi e veloci e si ispirano alla scuola californiana degli anni ’90 con efficaci pennellate a cavallo tra hardcore melodico e pop punk.

I pochi secondi del’Intro, caratterizzato da effetti sonori di tipo cinematico (un soffio di vento che muove una tenda di cristalli), apre un universo sonoro ruvido e forte, che accompagna il racconto di tematiche impegnative. 

Ed ecco che il tema pesante del bullismo emerge nell’open track Niente più favole, che tra l’altro è il singolo apripista accompagnato da un bel videoclip. Il bullismo, nella visione dei marchigiani, si risolve in una forma di odio che si autoalimenta finché le vittime non reagiscono. Il pezzo si chiude con l’esortazione a non sfuggire i problemi. Sulla stessa scia, Giorni di pura follia, pezzo già incluso nella compilation Duff Records Vol 2 (leggi qui). «Non mi arrenderò, io non mi arrendo!»: così la band urla la propria voglia di non mollare la presa e di non abbandonare le proprie sfide.

La copertina di Giorni di Gloria

Ferite aperte si regge su un bel giro di basso su cui si innestano gli altri strumenti con una sequenza fortissima in un crescendo vertiginoso.

La voce vintage di uno speaker radiofonico vecchia maniera introduce Per non morire, che racconta delle vicende di un soldato che, alla fine della Seconda guerra mondiale, scrive una lettera al figlio. Fortissimo l’assolo di chitarra che introduce il ritornello finale.

Chiude l’ep Così troppo lontani un elogio dell’identità individuale, intesa come valore imprescindibile nell’attuale caos.

Energia e piglio punk ai cinque marchigiani non mancano. Anzi. Forse un po’ di originalità in più non guasterebbe, ma per una prima prova il risultato è comunque notevole.

Da ascoltare (e da vedere):

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