Le lettere di Poerio, una presentazione online
Martedì 26 gennaio la diretta su Facebook e Youtube del volume che raccoglie la corrispondenza tra Carlo Poerio e sir William Gladstone
Martedì 26 gennaio a partire dalle 17 si svolgerà la presentazione online del libro Carlo Poerio e William Gladstone. Le lettere al conte di Aberdeen sui processi politici del governo napoletano (1851). I documenti dell’Archivio di Stato di Napoli, a cura di Anna Poerio Riverso (Rubbettino, Soveria Mannelli 2020).
Interverranno:
- Anna Poerio Riverso, curatrice del volume;
- Denis Reidy, ex direttore della Sezione italiana e greca della British Library di Londra;
- Steve Soper, Department of History–University of Georgia;
- Pierre-Marie Delpu, Casa de Velásquez-Madrid.
Modera:
- Saverio Paletta, giornalista, direttore de L’IndYgesto (www.indygesto.com)
Reading di alcuni estratti dal libro a cura di:
- Maurizio Merolla, attore.
La diretta dell’evento sarà trasmessa sulle pagine Facebook Rubbettino Editore (vai qui) e sul canale Youtube–Rubbettino (vai qui).
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Varrà la pena osservare che a seguire con grande preoccupazione la politica giudiziaria e l’attività repressiva del governo di Napoli non era soltanto il mondo politico liberale europeo: attento alle ripercussioni che potevano essere suscitate nell’opinione pubblica internazionale era anche un governo fortemente conservatore, e deciso sostenitore della monarchia borbonica, quale quello austriaco. In particolare le accuse e il processo contro il barone Carlo Poerio, del quale erano ben note le caratteristiche di moderazione politica e di probità intellettuale, sollecitavano l’attenzione anche della stampa di Vienna, sede del governo che più era amico e sostenitore del regno borbonico. E i diplomatici napoletani ne erano fortemente indispettiti e cercavano di provocare provvedimenti restrittivi da parte delle autorità.
Attivissimo a questo fine era il principe di Petrulla, esponente dell’ala più reazionaria dell’aristocrazia siciliana, rimasto fedele a Ferdinando II anche durante la rivoluzione del 1848 e per questo proclamato “traditore della patria” dal parlamento di Palermo. Ministro plenipotenziario alla corte di Vienna, il Petrulla si agitava perché – come scriveva in un rapporto al suo governo il 9 settembre 1850 – «il giornale ufficiale, non meno che gli altri che conosciamo come organi di questo governo, pubblicano sempre un articolo per noi. […] non tralasciano di farlo pubblicandone gli atti in un senso tale da farli rimarcare come gli atti del più crudele dispotismo». E sottolineava poi l’attenzione dei giornali all’evento che maggiormente preoccupava il governo di Ferdinando II: «Della causa di Poerio e compagni, onde produrre quell’eccitamento che si desidera, se ne pubblica ogni giorno una seduta …».
Dunque, se il giudizio espresso nelle lettere di Gladstone avrà poi sull’opinione pubblica internazionale l’effetto devastante per il regno borbonico che viene loro solitamente attribuito, ciò avverrà perché quel giudizio era largamente diffuso e condiviso già da tempo e in larga parte d’Europa.