‘a Rodda, un ricordo d’autunno nella città vecchia
Due giorni di manifestazioni culturali nel centro storico di Cosenza, tra tradizioni antiche e linguaggi moderni. Un’iniziativa del basso per ridare vita ai quartieri abbandonati
Un ricordo di inizio autunno, quando ancora il Coronavirus non aveva ripreso ad alitare sul collo dei cittadini. Ci si riferisce alla Rodda (che in dialetto cosentino rende l’idea dell’assembramento) una manifestazione di arti varie e cultura, svoltasi il 3 e il 4 ottobre scorsi nel centro storico di Cosenza.
Per realizzare quest’iniziativa, sono scese in campo numerose realtà radicate nella città vecchia: dal gruppo ultrà Cosenza Vecchia 1989 a Radio Ciroma, storica emittente indipendente che ha appena spento trenta candeline, con la diretta radiofonica.
I vicoli hanno preso nuovi colori. E non è un modo di dire: c’è stato un lavoro di recupero di ogni angolo del quartiere, in particolare con la decorazione delle saracinesche e la performance di Giada Grandinetti in piazza Piccola. Nel vicolo accanto si è svolta la mostra fotografica dedicata alla città con le immagini di Cecilia Vaccari, Diego Mazzei e Fiorella Tarantino.
Dalle foto alla musica il passo è stato breve, grazie ai dj set curati da Line, Roberto Vagliolise e Mujina Crew.
Il pomeriggio è iniziato con il laboratorio creativo per ragazzi organizzati dal Museo del Fumetto. Sempre ai più piccoli sono stati dedicati, nella giornata di domenica, i giochi popolari: la corsa con i sacchi e la pignatta.
Ma torniamo al sabato: in piazza Totonno Chiappetta si è proseguito col dibattito di Sara Guerriero e le Fem.in sulle condizioni di lavoro delle donne e delle mamme e con la presentazione di La Spettabile F., libro di Luca Scarpelli per Edizioni Erranti. A ruota è seguito il dibattito di John Trumper e Marta Maddalon tengono un dibattito sulle origini della cosentinità assieme ad Armando Taliano Grasso. Domenica pomeriggio, invece, ha fatto la parte del leone Claudio Dionesalvi,con un long form dal titolo Vecchia Cosenza, Nuova Coscienza. Problemi e opportunità di un centro storico nel cuore della Calabria.
Un pezzo importante del puzzle è costituito dalla musica dal vivo: sabato sera si sono esibiti Antonio Conti e Aldo D’Orrico.
Ad intrattenere il pranzo popolare della domenica è stata la musica popolare di Elio Pignataro. Protagonista della domenica pomeriggio, Rosa Martirano accompagnata dai racconti e dalla chitarra di Franco Caccuri e dall’estro creativo della pittrice Assunta Mollo.
La musica popolare ha dominato anche la serata, con le esibizioni di Marco Moccia, Cummedè Etno Jam, Federica Greco e Paolo Presta, Roberta Cleo e Luigi Greco. In chiusura, il punk esplosivo dei Lumpen.
L’atto finale della due giorni è la poesia: più precisamente la declamazione di versi e racconti che descrivono la cosentinità con un pizzico di ironia.
In ordine sparso si sono alternati al microfono Silvio Stellato, Raffaella Reda e Teresa Scaglione, Ernesto Orrico, Emanuele Gagliardi e Giuseppe Vilardo. Un altro momento importante è stato la presentazione del disco Un po’ per celia un po’ per non morire di Mario Artese. Last not least, la Terra di Piero in Maniamuni.
’a Rodda è una festa popolare in cui ognuno ha messo un pezzetto di vita e le proprie capacità e passioni per creare una nuova socialità.
Una festa dal basso che ha risvegliato una parte della città dall’oblio a cui l’ha relegata certa movida modaiola.
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