Rise Up uno stadio pieno di note per superare il Covid
Dal bluegrass al rock blues passando per il pop e per l’art music. Un menù musicale ricco per la seconda serata della kermesse calabrese
Il 29 luglio si è svolta la seconda serata di Rise Up – Musica oltre le distanze, la tre giorni di concerti organizzata allo stadio Lorenzon di Rende (Cs) da Be-Alternative e Mood Social Club nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.
La selezione musicale è stata a cura del dj e producer Fabio Nirta.
Procediamo con la scaletta dei tanti artisti.
Apre la serata alternandosi tra chitarra e banjo Al The Coordinator, al secolo Aldo D’Orrico, chitarrista virtuoso dedito alla riscoperta della tradizione popolare americana, che evoca con le sue note immagini d’oltreoceano su cui si potrebbero sovrapporre immagini della Sila. Infatti, Hunter’s Prayer e The Mist, tratte dal disco di esordio, ricordano lunghe camminate all’ombra dei fitti boschi silani. Ma anche, appunto, The Walker, preso dal recente Raven Waltz. Un altro brano tratto da questo disco è Little Wonder, dall’atmosfera rilassata e leggera.
Subito dopo salgono sul palco i MyOwnMine. Nel loro caso il registro musicale cambia nettamente e si orienta verso l’elettronica, il synth pop e la new wave. Uno dopo l’altro, scorrono piacevolmente i brani tratti dal loro disco Everything Is In Perspective. Il pubblico si lascia scaldare da My Possession, contaminato da un robusto r’n’b contemporaneo.
La voce del frontman Francesco Parise ricorda un mix tra Michael Jackson e George Michael: insomma siamo in piena (e sana) retromania. Insieme a lui Yandro Estrada, scatenato sulle percussioni, e Giuseppe Mazzuca con le sue puntuali pennellate di basso. Si prosegue con la frenetica Shut The Door e con la più intima Inside The Volcano. Una forte carica adrenalinica per un un pop colto.
Le arti possono dialogare tra di loro e influenzarsi a vicenda. Lo spettacolo inscenato dai Giardini di Mirò ha proprio questo obiettivo. Il fuoco, titolo del loro disco del 2009, che ha sonorizzato l’omonimo film muto di Giovanni Pastrone, si presta benissimo per l’ascolto da seduti.
Sullo sfondo delle immagini del film, la band svolge il suo concerto in tre atti: La favilla, La vampa e La cenere. L’esibizione crea un’atmosfera tutta particolare, in cui immagini e musica diventano tutt’uno.
Altro cambio di registro con i Bud Spencer Blues Explosion. Energia e vibrazioni sono garantite dal drumming di Cesare Petulicchio e dalla chitarra ruggente di Adriano Viterbini. E il wall of sound è tale far sembrare quasi impossibile che tanta potenza sia il prodotto di un duo.
I due attaccano con Blues2 e Frigido e chiudono con le cover di Esci piano di Alex Britti e Hey Boy, Hey Girl dei Chemical Brothers. Tra gli altri brani vanno citati E tu? e Io e il demonio, quest’ultimo registrato con Davide Toffolo. Chiusura di serata dal ritmo frenetico.
Quasi a voler dire che una bella scarica di adrenalina è quel che ci vuole per celebrare il ritorno, anche nel Profondo Sud, dei concerti dal vivo dopo mesi di stop forzato.
Rise Up, una serata calabrese tra indie e rap
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