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Come tu mi vuoi. E i napoletani lo vogliono rap

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«Non vivevo a Brooklyn ma nel rione Don Guanella a Miano», dice di sé Andre, rapper partenopeo di nuova generazione, che viene dal cuore della Napoli più metropolitana e di confine, tra Secondigliano e Scampia.

La soluzione, allora, è stata portare un po’ della Brooklyn nera, culla e patria del rap e dell’hip pop in quella Napoli profonda, che rigurgita di storia (troppa perché sia gestibile), incide (purtroppo) nelle cronache e crea un immaginario, per il quale non può bastare la neomelodica, che ne esprime soprattutto gli aspetti più trash.

Il risultato di questo sforzo di trasportare e fondere tradizioni diverse, accomunate dalla matrice metropolitana, è visibilissimo nella produzione di Andre, in cui Wiz Khalifa dà la mano a Franco Califano e James Brown va a braccetto con Sergio Bruno, senza trascurare i big della napoletanità del XX secolo come Pino Daniele, James Senese, Enzo Avitabile, Edoardo Bennato ed Enzo Gragnaniello.

Il giovane artista partenopeo si dedica a questo crossover curioso e originale dai primi del millennio, quando ha esordito con il progetto Kosanost, per cui ha prodotto quella Dint’ a sti vicoli che ha attirato l’attenzione di Roberto Saviano che, bontà sua, riesce a giudicare la musica a partire dall’antimafia.

Dopo il singolo Mixed by Erri, che in pochi mesi ha ricevuto decine di migliaia di visualizzazioni su Youtube, arriva ora Lei ed io, il primo ep solista, composto da quattro canzoni in cui Andre mette a punto la formula musicale che gli ha procurato un forte seguito, anche fuori dai circuiti della sua regione.

Si inizia con Capemont, in cui la lingua napoletana dimostra la propria adattabilità al rap e i suoni della tradizione partenopea rendono bene anche al campionatore.

Si prosegue con l’ariosa Come tu mi vuoi, piena di fremiti newyorchesi, e ci si tuffa nei sintetizzatori e nelle percussioni leggere anni ’80 di Croce e delizia.

Chiude l’ep il groove notturno della title track.

Niente male davvero: sia che verseggi in napoletano sia che lo faccia napoletano, Andre riesce a convincere perché esprime con sincerità e completezza l’immaginario della sua generazione, senza cedere alle facili lusinghe dell’impegno sociale e senza finire nella trappola della riflessione esistenziale fine a sé stessa.

Lei ed io non è un esordio, ma una prova di maturità, che nel caso del rapper partenopeo è piena e capace di esprimersi al meglio.

Da ascoltare. 

 

Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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