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Note napoletane, la storia dell’uomo che creò ‘O sole mio!

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Ciro Daniele e Antonio Rasparolo raccontano la vita avventurosa di Eduardo di Capua, uno degli autori più importanti della tradizione partenopea. La sua canzone più celebre la scrisse durante un viaggio di ritorno dalla Russia…

Nel 1898 l’editore napoletano Ferdinando Bideri ebbe tra le mani la prima stesura di alcuni versi appena scritti dal poeta Giovanni Capurro, destinati a essere musicati dal maestro Eduardo di Capua. Dopo averli letti, Bideri sentenziò: «La canzone è bella, ma non avrà successo perché manca l’amore!».

Mai profezia si rivelò più errata: quella canzone si intitolava «’O sole mio».

Un antico spartito di ‘O sole mio! edito da Bideri

È vero, però, che essa non salvò dalla miseria i due autori. All’epoca, infatti, poeti e musicisti cedevano tutti i diritti delle loro composizioni agli editori, in cambio di compensi assai modesti.

Il di Capua era figlio d’arte: suo padre, Giacobbe, fu un valido esponente della posteggia, arte di antichissima tradizione, praticata nel Napoletano sin dal XIII secolo da gruppi di musici girovaghi.

Eduardo di Capua

Giacobbe di Capua iniziò a portare con sé il figlio in tournée a partire dal 1888, quando Eduardo era poco più che ventenne. I due, in occasione della tournée successiva, si spinsero fino in Russia, dove soggiornarono dal dicembre del 1897 all’aprile dell’anno successivo. Secondo la leggenda, mentre si trovava sulla via del ritorno il giovane musicista si ricordò di un biglietto che Giovanni Capurro gli aveva fatto scivolare in tasca prima della partenza. Di Capua, allora, distolse lo sguardo dalla neve che cadeva fitta oltre i finestrini del treno e cominciò a leggere, quasi fra sé: «Che bella cosa è ’na iurnata ’e sole, ’n aria serena doppo ’na tempesta…». Allora, sulla stessa carta dove Capurro aveva frettolosamente vergato quelle righe, tracciò un pentagramma e vi scrisse le note che gli erano venute in mente scorrendo l’incipit della composizione dell’amico. Così sarebbe nata la canzone napoletana più celebre d’ogni tempo.

Il poeta Giovanni Capurro

Ma la realtà storica, spesso, è assai più prosaica del mito. Nel 2002, ben 104 anni dopo la pubblicazione di «’O sole mio», il Tribunale di Torino ha riconosciuto la paternità congiunta della celeberrima melodia al compositore e direttore d’orchestra Alfredo Mazzucchi. Dalla sentenza emerge che costui, morto nel 1972 quasi centenario, avrebbe venduto a Eduardo di Capua ben 23 motivi musicali: oltre a ’O sole mio, anche Maria Marì!, I’ te vurria vasà, Torna maggio e L’urdema canzone mia, tutte edite da Bideri.

Questa e altre curiosità sono riportate nel volume Eduardo di Capua. L’Amleto della canzone. Biografia, Parole e Immagini sull’autore di ’O sole mio!, scritto da due appassionati cultori della canzone napoletana, Ciro Daniele e Antonio Raspaolo, e pubblicato nel maggio del 2018 dalle Edizioni Duemme di Torre del Greco.

La copertina della biografia di di Capua

Gli autori, che si sono avvalsi della curatela di un discendente del di Capua, Domenico Demasi, hanno amorevolmente ricercato e raccolto la scarsa documentazione disponibile sulla vita e sulla personalità dello sfortunato musicista partenopeo, venuto a mancare ancor giovane il 3 ottobre 1917, stroncato dalla nefrite.

Il direttore d’orchestra Alfredo Mazzucchi

Daniele e Raspaolo collocano la vicenda umana e professionale del di Capua sullo sfondo della realtà napoletana, tanto ricca di talenti quanto avara di riconoscimenti per i suoi artisti. I successi di musicista e di compositore non risparmiarono all’autore di ’O sole mio! di condurre una vita incerta e precaria, afflitta da continue ristrettezze economiche. La sua storia è comune a quella di altri colleghi costantemente alla ricerca di guadagno, attraverso i concorsi canori, le complesse trattative con gli editori e il sodalizio con poeti altrettanto miseri e illustri, come il già ricordato Capurro o come Vincenzo Russo, con cui di Capua creò i capolavori già menzionati Maria Marì! e I’ te vurria vasà.

La seconda parte del volume di Daniele e Raspaolo si intitola «Parole e immagini» e raccoglie i saggi di un laboratorio di scrittura creativa condotto da Marilena Lucente dall’inverno 2017 alla primavera 2018, a Capua, presso lo spazio dei linguaggi contemporanei d’arte e cultura Cose d’Interni. Ciascuno dei partecipanti al laboratorio ha preso spunto da una canzone celebre di Eduardo di Capua per costruirvi sopra un racconto breve. I risultati di questa attività ci sembrano letterariamente pregevoli; in più, essi conferiscono al libro una vivacità di spirito e di sentimento difficili da riscontrare nel genere biografico.

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