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Progressive e non solo. Sei giovani leoni dalla scena romana

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I Lateral Blast sono un sestetto capitolino che si richiama alla tradizione dei gloriosi anni ’70

Romani, progressive. Che chiedere di più, visto che proprio la scena romana è stata fondamentale per la nascita del grande rock tricolore degli anni ’70? A dirla tutta, i Lateral Blast, cercano uno stile originale, che a volte affiora qui e lì e, nonostante la giovane età media dei componenti, hanno comunque una certa personalità. Roba da non poco nell’epoca attuale, in cui molto è stato detto e suonato ed è difficile inventare qualcosa.

Sì, le tastiere mimano a volte il mellotron e il moog. Sì, c’è pure il flauto traverso in do, che fa tanto Jehtro Tull, ma l’impronta folk non è poi così scoto-celto-britannica come fu per la celebre band inglese. Il sestetto romano (il sei non sarà un numero perfetto, ma fa tanto prog…) si ispira ma non copia. E si vede, anzi, si sente.

«Mettiamo anche degli elementi fusion nella nostra musica», spiega Leonardo Angelucci, classe ’90, chitarrista, cantante e grafomane del pentagramma, visto che, oltre ai Lateral Blast porta avanti altre iniziative di tipo cantautorale. Mica solo rock, visto che Angelucci si ispira anche a De Andrè, che col rock c’entrava poco. E se questo non è sperimentare…

Allora, esistete dal 2011 e avete già due album all’attivo. Chi dovete ringraziare oltre la vostra caparbietà?

Ringraziamo la nostra voglia di metterci in discussione e di studiare, che ci ha portato fin qui. E ringraziamo il fatto che, comunque, ancora c’è una scena in cui un musicista può esibirsi, farsi conoscere, confrontarsi e scambiare stimoli coi suoi colleghi.

Quindi fare rock e, soprattutto, progressive, non è proprio impossibile.

Ma non è neppure facile. I fattori a sfavore non sono pochi: la scarsa attenzione dei media mainstream, i costi che, nonostante le tecnologie, restano alti e le difficoltà a far passare un messaggio musicale altro.

Siete tutti piuttosto giovani, quindi il richiamo a suoni e atmosfere anni ’70 nel vostro caso non è un’operazione nostalgia. Tuttavia le influenze musicali ci sono e si sentono. A chi vi ispirate di più?

Siamo in sei e ciascuno di noi ha le proprie muse. Parlo quindi a titolo personale: nel mio caso ha pesato parecchio l’ascolto del Banco del Mutuo Soccorso, della Pfm e degli Area. E poi ho anche l’album del cuore: Forse le lucciole non si amano più della Locanda delle Fate.

La cosa che colpisce di più è che vi presentate come un collettivo musicale: non c’è un solista definito o un leader sul palco e cantate addirittura in tre.

Ognuno ha le sue influenze e il suo background e con le sue particolarità contribuisce all’insieme.

Avete già il vostro seguito?

Per fortuna sì: abbiamo realizzato il nostro secondo album, La luna nel pozzo, uscito qualche mese fa, grazie al crowfunding in rete. Ed è stato velocissimo: per raccogliere i fondi ci abbiamo messo meno di un mese.

Siete legati alla forma canzone. Ma Antonello Cresti vi ha comunque coinvolti in Solchi Sperimentali Italia (una complessa iniziativa multimediale, che comprende un doppio dvd di prossima uscita che comprenderà un film e un’enciclopedia interattiva). Com’è stata quest’esperienza per voi?

Consideriamo un onore e una grande opportunità partecipare a questo progetto, che è uno dei tentativi più seri di creare una nuova area musicale e di dare alla scena underground una dignità forte. Noi partecipiamo al progetto con un breve video realizzato in sala prove durante la registrazione de La Luna nel pozzo più un’intervista. Ci ha contattati Antonello e lo ringraziamo.

Siete attivi solo nel Lazio?

A dire il vero abbiamo suonato anche in Puglia e in Sicilia. Speriamo di poter fare di più per diffondere la nostra musica. Siamo disposti a spostarci ovunque.

La passione per la musica, nel caso di Leonardo Angelucci non si limita solo ai Lateral Blast e ai vari side project.

Sono anche speaker per una web radio (www.radiomanzo.it) per cui conduco un programma intitolato Dissonanze e presidente dell’associazione Free Club, con la quale organizzo il festival Castello di C’Arte. Inoltre ho quasi pronto il materiale per l’album cantautorale, che registrerò a Ferrara.

Ma questa è un’altra storia. Al momento, accontentiamoci pure dei Lateral Blast. E scusate se è poco.

(a cura di Saverio Paletta)

Per saperne di più

http://www.lateralblast.it/lb/

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Saverio Paletta, classe 1971, ariete, vive e lavora a Cosenza. Laureato in giurisprudenza, è giornalista professionista. Ha esordito negli anni ’90 sulle riviste culturali Futuro Presente, Diorama Letterario e Letteratura-Tradizione. Già editorialista e corrispondente per il Quotidiano della Calabria, per Linea Quotidiano e L’Officina, ha scritto negli anni oltre un migliaio di articoli, in cui si è occupato di tutto, tranne che di sport. Autore di inchieste, è stato redattore de La Provincia Cosentina, Il Domani della Calabria, Mezzoeuro, Calabria Ora e Il Garantista. Ha scritto, nel 2010, il libro Sotto Racket-Tutti gli incubi del testimone, assieme al testimone di giustizia Alfio Cariati. Ha partecipato come ospite a numerose trasmissioni televisive. Ama il rock, il cinema exploitation e i libri, per cui coltiva una passione maniacale. Pigro e caffeinomane, non disdegna il vino d’annata e le birre weisse. Politicamente scorretto, si definisce un liberale, laico e con tendenze riformiste. Tuttora ha serie difficoltà a conciliare Benedetto Croce e Carl Schmitt, tra i suoi autori preferiti, con i film di Joe d’Amato e l’heavy metal dei Judas Priest. [ View all posts ]

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